Conflitto d’interessi alla Regione Veneto, l’Ue scrive a Venezia

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde a Zanoni sul caso Vernizzi: la Commissione chiederà informazioni all’Italia sul piano di assetto del territorio del Comune di Rovigo e la Pedemontana veneta. Zanoni: “Inaccettabile che la stessa persona presenti progetti con la mano destra e li approvi con quella sinistra”

 

“La Commissione contatterà le autorità italiane al fine di ottenere maggiori informazioni sulle modalità con cui si sono svolte le consultazioni delle autorità ambientali competenti, ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 3, della direttiva 2001/42/CE per il piano di assetto del territorio del Comune di Rovigo e dell’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 2011/92/UE per la superstrada pedemontana veneta”. Questa è la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik ad Andrea Zanoni che aveva presentato un’interrogazione parlamentare sul conflitto d’interessi dove l’amministratore delegato di Veneto Strade (ingegnere Silvano Vernizzi) è anche presidente della commissione regionale incaricata di concedere la Valutazione ambientale strategica VAS.

“Si tratta di incarichi in istituzioni e società dove vengono prese decisioni che incidono direttamente sul territorio Veneto e sulla vita di tutti i cittadini. Per questo motivo dovrebbero quantomeno essere separati e poi essere svolti nel modo più indipendente possibile – attacca Zanoni – Adesso la Commissione europea verificherà se le procedure di autorizzazione del piano di assetto del territorio del Comune di Rovigo e della Pedemontana veneta, come sarebbe presumibile pensare, siano viziate visto che a presentare i progetti e poi ad autorizzarli è stata la stessa persona”.

La Commissione aggiunge anche che “le questioni relative al conflitto di interessi rientrano nella sussidiarietà e sono quindi di competenza degli Stati membri”. “Il principio di sussidiarietà è sacrosanto perché alla base degli stessi trattati europei. Purtroppo alcune autorità italiane, regionali nel caso del Veneto, si stanno rivelando assolutamente incapaci di mantenere una condotta trasparente e coerente con la legislazione nazionale ed europea, in questo caso la Direttiva VAS 2001/42/CE e la Direttiva VIA 2011/92/CE”.

Zanoni ricorda che il 20 ottobre 2011 la Corte di Giustizia europea “ha richiamato gli Stati membri sulla necessità che in seno all’autorità incaricata di procedere alle consultazioni in materia ambientale sia organizzata una separazione funzionale al fine di fornire in modo oggettivo il proprio parere” alla luce della Direttiva Ue 2001/42/CE. “E’ legittimo ipotizzare che se chi presenta i progetti poi presiede anche la commissione che li deve approvare, l’imparzialità di cui parla l’Europa potrebbe uscirne delegittimata”.

“Adesso aspettiamo il responso della Commissione. Continuerò a seguire da vicino questa scandola vicenda scandalosa dove la stessa persona presenta progetti milionari e dall’enorme impatto ambientale con la mano destra e li approva con quella sinistra”, conclude l’eurodeputato. “In veste di relatore sull’aggiornamento della Direttiva VIA per conto del Parlamento europeo studierò quali meccanismi poter attivare affinché simili conflitti d’interessi non siano più possibili”.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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