L’eurodeputato Andrea Zanoni ha presentato un esposto alle Procure del Veneto contro la deliberazione della Giunta del Governatore Luca Zaia per possibili violazioni penali: «La Regione sta fregandosene della Corte Costituzionale per fare l’ennesimo regalo ai cacciatori. Venga ristabilita la legalità»
La Giunta regionale del Veneto, con deliberazione numero 1393 del 30 luglio 2013, ha disposto che “gli appostamenti di caccia in assenza di titolo abilitativo edilizio non possono essere allestiti prima del 1 agosto 2013 e devono essere rimossi entro e non oltre il 28 febbraio 2014”. In questo modo la Regione ha autorizzato gli appostamenti in palese contrasto con il quadro normativo vigente e con quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 139/2013.
Il 13 giugno 2013, la Corte costituzionale aveva dichiarato l’incostituzionalità della Legge regionale veneta del 6 luglio 2012, n. 25 “Modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50” (“Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio”) che prevedeva la possibilità di realizzazione di appostamenti fissi per l’attività venatoria (altane, capanni, ecc.) in assenza di titolo abilitativo urbanistico/edilizio (D.P.R. n. 380/2001) e in assenza di autorizzazione paesaggistica, qualora situati in aree tutelate con vincolo ambientale (decreto legislativo n. 42/2004), in violazione delle competenze statali previste dall’articolo 117 della Costituzione.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli animali al Parlamento europeo ha affermato: «Ho inviato un esposto a tutti i Procuratori della Repubblica del Veneto (Venezia, Bassano del Grappa, Vicenza, Treviso, Belluno, Padova, Verona e Rovigo) perché valutino sotto il profilo penale il contenuto della deliberazione della Giunta Zaia e verifichino eventuali attività di realizzazione di altane e capanni di caccia in violazione della legge. Ancora una volta la Regione, su pressante insistenza del mondo venatorio e fregandosene della Corte Costituzionale, tenta di dare una parvenza di legalità al far west di altane e capanni di caccia in barba ai principi giuridici di tutela ambientale e del territorio. È inconcepibile che con un atto amministrativo si pensi di poter rendere legali gli abusi edilizi solo per fare l’ennesimo regalo ai cacciatori».
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