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MERCOLEDI’ 15 GIUGNO 2005: MANIFESTAZIONE A VENEZIA CONTRO LA DISCARICA DI AMIANTO PIU’ GRANDE D’EUROPA.

Il Gruppo Ambientalista Paeseambiente, riunitosi lunedì sera, ha deciso di effettuare una manifestazione contro la più grande discarica di rifiuti del cancerogeno amianto, autorizzata dalla provincia di Treviso in una ex cava a Paese. La manifestazione si terrà mercoledì 15 giugno, partirà dalla stazione dei treni di Treviso con ritrovo alle ore 8.00, proseguirà a Venezia presso la sede della RAI e terminerà davanti la sede regionale del TAR del Veneto. La manifestazione si terrà davanti al TAR del Veneto esattamente dopo ben quattro mesi dal 17 febbraio 2005, data nella quale il TAR ha discusso il ricorso dell’amministrazione comunale di Paese contro l’autorizzazione della provincia di Treviso relativa alla discarica del cancerogeno. Decine di migliaia di cittadini del comune di Paese e dei comuni limitrofi, come Ponzano, Treviso, Istrana, Quinto, Trevignano stanno attendendo da quasi quattro mesi un verdetto che sembra non arrivare più. I cittadini contribuenti hanno il diritto di conoscere l’esito della sentenza del TAR qualsiasi sia il suo contenuto. Intanto a Paese, con il trascorrere dei giorni, continuano ad arrivare ingenti quantità di amianto da più parti d’Italia; quindi, i problemi dei cittadini aumentano progressivamente e perdureranno anche in caso di vittoria al TAR. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha dichiarato: Con questa manifestazione non vogliamo influenzare questo Organo giudiziario, chiediamo semplicemente che ci venga riconosciuto il diritto di conoscere i contenuti di una sentenza relativa ad un ricorso discusso ben quattro mesi fa. Ogni giorno di ritardo, nell’emettere questa sentenza, si traduce in tonnellate di cancerogeno in più, che arrivano nella nostra provincia dal resto d’Italia. Mi chiedo poi che fine farà l’amianto già stoccato in caso di chiusura della discarica. A Paese, e in molti comuni limitrofi, da decenni è stato accolto già troppo materiale pericoloso con effetti deleteri per il territorio, l’ambiente, le falde acquifere, i cittadini e le casse comunali, perciò è giunta l’ora di dire basta.

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