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DISCARICA DI AMIANTO DI PAESE. NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DALLE DENUNCE DI MURARO, PRESIDENTE VICARIO DELLA PROVINCIA DI TREVISO, E NON POSSIAMO PIU’ CREDERE ALLA FAVOLA DEI CONTROLLI.

L’assessore Muraro è intervenuto sulla vicenda della discarica di amianto di Paese, autorizzata dalla provincia di Treviso, parlando di cattiva informazione ad opera di associazioni e comitato, comunicando che la provincia ha querelato i vertici di Paeseambiente per aver creato allarme ed infine rendendosi disponibile ad effettuare una commissione di controllo mista tra comune e provincia. In merito alla querela, evidentemente con questa azione Muraro vuole intimidire un agguerrito movimento di cittadini che è riuscito a portare alla ribalta, anche a livello nazionale, lo scandalo di questa enorme discarica di un materiale altamente cancerogeno ubicata vicino alle case ed in un comune di oltre 20.000 abitanti. Con la denuncia, Muraro evita il dialogo con i cittadini, i quali comunque non si faranno certo intimidire da questi metodi da regime. Forse Muraro, a torto, considera i cittadini di Paese come gli asini e il gregge di pecore portate recentemente da Zaia nel nostro comune con l’intento, fallito in partenza, di sostituire gli sfalciatori, o, peggio ancora, Muraro pretenderebbe che Paeseambiente si occupi solo di raccolta delle immondizie nei fossi e non faccia nulla contro attività di elevatissimo impatto ambientale come questa discarica di amianto più grande d’Europa, che raccoglierà e concentrerà una quantità di rifiuti cancerogeni in un solo comune mai vista prima pari a 460.000 metri cubi? A Paese le cose sono cambiate, i paesani con 29 crateri, 15 discariche, cinque discariche inquinanti da bonificare, due discariche di amianto, non hanno più l’intenzione di subire passivamente le decisioni dall’alto, così come fanno le pecore con il pastore, quindi daranno filo da torcere fino a quando non otterranno la chiusura della discarica dei Mosole. In merito alla cattiva informazione, credo che Muraro dovrebbe guardarsi in casa, con particolare riferimento alla mancata comunicazione alla popolazione di Paese, da parte della provincia stessa, delle procedure di emergenza da adottare in caso di rilascio accidentale di fibre di amianto nell’aria, a causa di prevedibili incidenti con cadute di rifiuti di amianto, rotture dei nylon di protezione, errori umani, e così via. Se invece si riferisce all’informazione di Paeseambiente sulla pericolosità delle fibre di amianto, voglio ricordargli che proprio lui, paradossalmente, in veste di Presidente, risulta uno dei due firmatari del verbale della Commissione Tecnica Provinciale per l’Ambiente della Provincia di Treviso del ’11/9/04, relativo al diniego dell’autorizzazione della discarica di rifiuti di amianto di Falzè di Sernaglia della Battaglia, dove si legge quanto pericolosa e rischiosa possa essere per i cittadini una discarica di amianto. Nel verbale infatti si legge: “il rappresentante dell’ULSS n.7 ha sottolineato che la discarica di rifiuti di amianto va ascritta fra le attività insalubri di prima classe di cui al Testo Unico delle Leggi Sanitarie”, inoltre viene riportato che l’ULSS n.7, con parere del ’09/24/2003, ha comunicato che “la nuova attività comporterà un peggioramento generale della qualità della vita ed un possibile incremento del rischio di salute per i residenti nei pressi del sito”, e ancora: “Sotto il profilo del rischio connesso alla manipolazione dei materiali contenenti amianto il rischio può essere apprezzabile (e quindi non nullo) anche a livello di fibre disperse inferiori al limite di rilevabilità delle metodiche di monitoraggio previste dalla norma”. Voglio inoltre ricordare a Muraro che esistono documenti tecnici, pareri ministeriali ufficiali, giurisprudenza di merito, di seguito riportati, che sanciscono che i tumori ai polmoni possono essere causati anche da una sola fibra di asbesto o da singole esposizioni, ovvero il mesotelioma non è dose correlato. In una relazione dei dottori Gagliardi, Fiorenza, Stornelli e Tiburzi della Cattedra di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, del ’10/23/2002, dal titolo “CONSIDERAZIONI MEDICO – LEGALI IN TEMA DI PATOLOGIE CORRELATE ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO. ASPETTI NORMATIVI E GIURIDICI.”, pubblicata sul sito internet dell’INAIL: www.inail.it (e su www.paeseambiente.org), in merito al mesotelioma pleurico viene scritto che “tale patologia non è dose correlata, essendo sufficiente l’inalazione di una sola fibra a provocare la malattia neoplastica, motivo per cui è praticamente impossibile ricondurre il contatto con quella singola fibra all’attività lavorativa svolta.” Inoltre la Corte dei Conti con la recentissima sentenza del 5 maggio 2005, pubblicata da pochi giorni, ha fatto proprio il parere dell’U.M.L del Ministero della Salute, reso con relazione n. U.IX/113772/443P del ’01/12/2005, affermando che “Per quanto riguarda l’esposizione all’asbesto, in particolare recenti indagini epidemiologiche considerano a rischio per l’insorgenza di adenocarcinoma polmonare anche una singola esposizione con indovinamento bronchiale della polvere di asbesto.” Quindi, Muraro si accomodi pure e, se ha un minimo di coerenza politica, quereli da subito per “allarmismo” anche L’ULSS 7, i tecnici dell’Università “La Sapienza” di Roma, il Ministero della salute, la Corte dei Conti e se stesso. Infine, in merito alla commissione sulla discarica, va detto che i cittadini di Paese non possono più credere alla favola dei controlli, la nostra storia è piena di cave e di discariche, dove le cave continuano a svilupparsi in profondità senza che nessuno controlli a che livello siano arrivate e dove le discariche, ben cinque, stanno inquinando le falde acquifere nonostante le leggi, le rigide procedure ed i controlli che enti come la provincia dovevano effettuare. E che dire in merito all’incendio di rifiuti pericolosi in una cava, scoperto recentemente per pura coincidenza dai NOE, a Spresiano? Dov’erano i controllori di provincia, regione, Arpav, ecc. Concludo riprendendo l’affermazione di Muraro sul fatto che la discarica di Paese non è nuova, ma esiste dal 1990. Muraro qui ha preso un grosso granchio, perché proprio la Provincia in data 10 novembre 1999 con decreto 756 ha revocato l’autorizzazione al conferimento di amianto riservandosi di ordinare la rimozione e lo smaltimento in idoneo impianto di quello già pervenuto (Kg 34.700 dalla provincia di Pisa e Kg. 60.820 dalla provincia di Mantova); il 21 ottobre 2004 invece la provincia, con decreto 843, ha autorizzato la nuova discarica scrivendo testualmente che si tratta di un nuovo impianto. Paese ha già dato troppo, è ora di dire basta e la maggioranza dei paesani (esclusi quelli che credono ancora a Babbo Natale) finalmente lo ha capito e agirà di conseguenza indipendentemente dalle minacce del Presidente Vicario della Provincia.

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