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LA PROVINCIA DI TREVISO È CONTRARIA O FAVOREVOLE ALLE CAVE E ALLE DISCARICHE? STEFANO BUSOLIN ASSESSORE ALLA CACCIA E SPORT DELLA PROVINCIA DI TREVISO VOTA A FAVORE DI UNA NUOVA CAVA.

In un comunicato della provincia di Treviso del 27 giugno 2005 il Presidente vicario della Provincia, Leonardo Muraro, in merito alla più grande discarica di amianto d’Europa, ha dichiarato: “la discarica di Paese è stata autorizzata dall’amministrazione precedente alla nostra nel 1990, che dal 1998 ad oggi abbiamo sempre lottato per la chiusura delle discariche” e ancora “il nostro obiettivo è la chiusura di tutte le discariche in Provincia di Treviso”. Voglio evidenziare in merito che nel 1990 l’amministrazione Innocenti ha autorizzato la discarica di via Baldrocco solo per la tipologia dei rifiuti inerti. Chi invece ha autorizzato il conferimento di rifiuti cancerogeni come l’amianto è l’amministrazione Zaia tramite un apposito decreto del 21 ottobre del 2004, il n.843. Inoltre, il 17 febbraio 2005 durante un’udienza al TAR del Veneto, la provincia ha pure difeso a denti stretti questa autorizzazione con ben tre legali pagati naturalmente con i soldi di noi contribuenti. Quindi la lotta della provincia, non ancora vinta, c’è stata solo per difendere la discarica di amianto a dimostrazione che alle parole seguono fatti contrari, alla faccia dell’obbiettivo di chiudere tutte le discariche. Sempre in tema di coerenza tra “parole e fatti” voglio ricordare che il 7 luglio 2005 la Commissione Tecnica Regionale per le Attività Estrattive (CTRAE), ha approvato con 12 voti a favore e 6, contrari una cava, la Bissa storta di Santa Lucia di Piave, per un volume di ben 357.500 metri cubi. Tra coloro che hanno votato a favore c’era pure il rappresentante della Provincia di Treviso, il paesano Stefano Busolin, assessore allo Sport, Caccia e Piano strategico della giunta di Muraro nonché consigliere comunale di Paese di minoranza per la Lega Nord. Muraro in merito alle cave in un comunicato della provincia del 27 giugno 2005 aveva dichiarato: “come sapete la nostra provincia ha sempre avuto il pugno di ferro contro le cave, e quando ha potuto pronunciarsi lo ha fatto opponendosi all’apertura.”. Lo stesso consiglio provinciale di Treviso il 22 giugno 2005 aveva approvato un ordine del giorno, proposto dal capogruppo della Lega Nord, Edward Mazzer, con il quale si affermava “piena contrarietà all’apertura di nuove cave”. Anche in questo caso la provincia a parole si dichiara contraria mentre nei fatti vota a favore, alla faccia del pugno di ferro contro le cave. Lo stesso governatore Galan, il 28 giugno 2005, presentando al consiglio regionale il suo programma ha affermato che il Piano Regionale Attività Cave (PRAC) sarà lo stesso della passata legislatura. Questo PRAC prevede per la provincia di Treviso ben 8 milioni e 625 mila mc/anno di nuovi crateri, ad esempio nel solo comune di Paese prevede nuove cave per circa 1.700.000 metri quadrati, pari a circa 340 campi di terreni agricoli, destinati ad essere cancellati per sempre dal nostro già martoriato territorio. In questo comune ci sono già ben 29 cave con 2.500.000 metri quadrati scavati, pari a circa 500 campi, che con le discariche (ex cave) raggiunge il 13% del territorio agricolo (dato ufficiale del Comune di Paese reso pubblico in una conferenza in data ’03/13/2005): una situazione “fuorilegge” visto che il limite previsto dall’attuale normativa regionale è del 3%. Anche in questa occasione nessuno della Lega Nord in consiglio regionale, nemmeno i tre consiglieri leghisti eletti a Treviso, hanno obiettato nulla alle affermazioni di Galan. A fronte di tutti questi eventi i cittadini non possono e non devono più credere a certe promesse, quello che conta sono i fatti e questi ci dicono che l’amministrazione provinciale purtroppo non è contraria né alle cave né alle discariche. E se il buon giorno si vede dal mattino con l’attuazione del PRAC l’ambiente della Marca rischia di andare incontro a giorni molto bui. Da questa situazione tutti i cittadini ne escono sconfitti e gli unici a gioire restano solo i cavatori, ovvero i cosiddetti “re della ghiaia”. Andrea Zanoni, Presidente di Paeseambiente

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