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FALLISCE LA SEV CHE GESTIVA LE DISCARICHE: TIRETTA DI PADERNELLO, LA DISCARICA DI AMIANTO DI VIA VECCELLI E UN TEMPO ANCHE LA DISCARICA MARINI DI CASTAGNOLE, NEL COMUNE DI PAESE. PER IL COMUNE DI PAESE SI PROSPETTANO SPESE MILIONARIE PER LA BONIFICA DI QUESTE DISCARICHE INQUINANTI. PAESEAMBIENTE ACCUSA: LEGGI FATTE SU MISURA PER GLI INQUINATORI.

Martedì scorso il Comune di Paese ha ricevuto la notifica, da parte del Tribunale fallimentare di Treviso, dell’avvenuto fallimento, datato 28 giugno 2006, della ditta SEV – Servizi Ecologici Veneti, con sede a Motta di Livenza, ditta che gestiva la discarica Tiretta di Padernello di Paese e la discarica di amianto di via Veccelli sempre di Padernello, inoltre proprietaria un tempo della discarica Marini di Castagnole di Paese. La discarica Tiretta è considerato un sito inquinato da bonificare per aver causato già dal 2000 l’inquinamento della falda acquifera, tramite il percolamento di una sostanza derivante dal bromacile, prodotto utilizzato per i diserbanti agricoli, con il conseguente avvelenamento dell’acqua potabile di decine di pozzi dei cittadini del Comune di Quinto di Treviso, tutt’ora chiusi da ordinanze sindacali. La discarica di amianto di via Veccelli è un sito che contiene fanghi tossico- nocivi, provenienti dall’area industriale di Marghera (VE), che dovevano essere oggetto, da parte della ditta, di adeguate operazioni di rimozione e smaltimento, ditta che per far fronte alle spese di bonifica aveva chiesto e purtroppo ottenuto l’apertura di una discarica di rifiuti di amianto, prorogata più volte anche con il consenso dell’attuale amministrazione comunale e ora chiusa recentemente dalla provincia di Treviso. Questa discarica di amianto è stata oggetto di alcuni esposti da parte degli attivisti di Paeseambiente per gravi presunte illegittimità relative alle norme sui rifiuti. Il fallimento della ditta costituisce un gravissimo fatto, che comporterà per il Comune di Paese il prendersi carico dei costi della messa in sicurezza e bonifica dei due siti inquinati stimabili in 15/25 milioni di euro. Paeseambiente chiede pubblicamente all’amministrazione comunale di prendere un po’ di coraggio, seguendo tutte le vie possibili, comprese quelle legali sia in sede penale che civile, affinché a pagare i danni degli inquinamenti non siano i cittadini ma i diretti responsabili. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha così commentato questa gravissima notizia: Questo fatto è l’ennesima prova che le attuali leggi in tema di discariche e cave sono fatte su misura per chi inquina i nostri paesi e la nostra acqua, dato che i colpevoli pagheranno delle cifre ridicole in confronto a quelle realmente necessarie, valutabili in questo caso in circa una ventina di milioni di euro, per mettere in sicurezza e bonificare questi siti inquinanti, soldi che dovremo sborsare noi contribuenti. Dietro alle discariche c’è sempre qualcuno che fa palate di soldi, salvo poi dichiarare fallimento per lasciare alla collettività i costi sociali, ambientali ed economici di un eventuale inquinamento. Ci vorrebbe una legge che preveda l’obbligo di risarcire i danni non solo da parte dei colpevoli, ma anche da parte di quegli amministratori che un tempo in modo scellerato e spensierato hanno concesso l’apertura di queste discariche. Purtroppo, fino a quando al potere ci sarà una classe politica assoggettata alla volontà dei poteri forti, sarà molto difficile ottenere leggi che garantiscano la salute, l’ambiente ed il portafoglio di tutti i cittadini.

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