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IL TAR DEL VENETO CON UNA SENTENZA DEL 25 LUGLIO SCORSO DA’ IL VIA LIBERA ALLA PADANA PER LA COSTRUZIONE DEI CAPANNONI SUL TROIAN ELIMINANDO ANCHE I TIMIDI VINCOLI COMUNALI DI SALVAGUARDIA DELLE SIEPI. LA PADANA RIPRENDE I LAVORI CON LA DISTRUZIONE DI UN’ALTRA SIEPE CENTENARIA. IL POETA ANDREA ZANZOTTO DEFINISCE “CASTELLI” LE SERRE DI PAESE.

Con sentenza n. 2606/07 del ’07/25/2007, la seconda sezione del TAR del Veneto, composta dal presidente Umberto Zuballi, dal consigliere Claudio Rovis e dal Consigliere Relatore Riccardo Savoia, ha accolto il ricorso della Gruppo Padana Ortofloricoltura dei Fratelli Gazzola, rappresentata e difesa dagli avvocati Antonio Munari, Mauro Bonato e Michele Pedoja, presentato contro un’ordinanza del ’07/5/2007 del comune di Paese rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio d’Alesio e Mauro Ferruzzi, con la quale aveva ordinato all’azienda di non edificare un capannone ad uso serra nell’area rurale del Troian, nel comune di Paese. Nella sentenza si legge che il comune deve basarsi solo sulle dichiarazioni della ditta relative alla tipologia di serra da costruire e che le già timide e poco incisive norme di tutela delle siepi del regolamento edilizio non valgono nulla perché non supportate da specifica norma di legge. Va ricordato che sia il presidente che il consigliere relatore che hanno pronunciato la sentenza, sono gli stessi che con sentenza n. 2671 del 2005 avevano dichiarato legittima l’autorizzazione della provincia di Treviso per la discarica di amianto di Castagnole La Terra, sentenza poi annullata e capovolta dai giudici romani del Consiglio di Stato. L’unica speranza per i cittadini ed il comune resta ora il ricorso in appello al Consiglio di Stato contro questa sentenza a dir poco incredibile. Il sindaco, in seguito alla sentenza, ha scritto una lettera all’azienda invitandola a non riprendere i lavori in attesa del pronunciamento del consiglio di Stato, richiesta accolta a parole sui quotidiani locali dai fratelli Gazzola, ma nei fatti snobbata, dato che da tre giorni gli operai della ditta stanno recintando l’area con rete elettrosaldata mentre ieri 2 agosto è stata definitivamente distrutta, sotto i colpi di una potente ruspa, una siepe centenaria lunga circa un centinaio di metri ubicata perpendicolarmente a via Troian di Castagnole. Quella distrutta non era una siepe qualunque: nel 2005 era stata censita e riportata nella planimetria “5.1.i.3b Articolazione vegetazione” del quadro conoscitivo del PAT del comune di Paese; nel 2006 era poi stata inserita nella planimetria denominata “Carta delle Invarianti” del PAT in approvazione in quanto considerata “Elemento lineare” e perciò degna di tutela; sempre nel 2006 l’area dove insiste questa siepe era stata interessata dal passaggio di un “Corridoio Ecologico Primario” così come riportato nella “Carta delle trasformabilità” del PAT in approvazione. La siepe purtroppo è stata pertanto distrutta nonostante fosse stata degna di tutela e, cosa ben più grave, prima di attendere l’esito dell’appello del Consiglio di Stato che avrebbe potuto confermare la legittimità delle norme comunali che tutelano le siepi. Nel frattempo, anche il poeta Andrea Zanzotto ha commentato la questione delle serre di Paese dichiarando: “Quando uno parla di strutture per la coltivazione di un elemento delicato come sono i fiori e le piante, pensa a edifici leggeri ed areati. Invece so che sono dei castelli come quelle di Paese”. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha dichiarato: Quando si tratta di costruire, cementificare il territorio, distruggere l’ambiente e la parte coltivabile del terreno i nostri legislatori nazionali e regionali sono sempre pronti a legiferare per accontentare l’avidità delle solite lobby di potere. Quando invece si tratta di tutelare l’ambiente e la nostra salute, le soluzioni non si trovano mai e le leggi o non vengono fatte o vengono fatte male. Siamo stanchi di questa classe politica a noleggio, a servizio dei potenti, eletta dai cittadini ma legiferante contro i loro interressi. In merito all’operato dei giudici del TAR preferisco non commentare perché, se dico quello che penso, sono sicuro che mi prenderei una bella querela. Mario Martinelli degli Amici del Troian ha aggiunto: Dopo averle tagliate e pian piano avvelenate, ora sradicano le antiche siepi che narravano la centuriazione romana di questa antica campagna. Al loro posto ora è deserto, poi verranno cemento e camini fumanti giorno e notte per la climatizzazione dei capannoni. Ma come non è padrone di ciò che è nel sottosuolo, il proprietario del campo non dovrebbe esserlo neanche della sua storia. Essa appartiene alla collettività che ha il compito di trasmetterla ai posteri. Il pianeta è malato? Loro danno una buona mano, mentre producono fiori (redditizi) per il funerale. Paeseambiente ed Amici del Troian, anche a nome dei cittadini di Paese che tengono al loro territorio e alla loro salute, chiedono al sindaco Mardegan di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato e soprattutto chiedono di non mollare di un solo millimetro in merito alle norme di tutela del territorio agricolo previste nel PAT che andrà in approvazione a settembre.

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