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LA PADANA RECINTA BUONA PARTE DELLA CAMPAGNA DEL TROIAN PER I PREPARATIVI DEL CANTIERE DI UNA NUOVA IMMENSA SERRA. IERI È STATA DISTRUTTA LEGALMENTE UN’ALTRA SIEPE CENTENARIA. PAESEAMBIENTE: I POLITICI CHE HANNO APPROVATO QUESTE LEGGI DOVREBBERO ESSERE MANDATI A CASA PAGANDO PURE I DANNI.

Ieri nel Troian, area rurale, meglio dire area ex rurale ed ora industriale, del comune di Paese, è stata distrutta un’altra siepe centenaria sotto i colpi di una potente ruspa, il fatto però, trattandosi dell’area del Troian, ormai feudo della nota azienda florovivaista, non fa più notizia. Giorno dopo giorno gli alberi residui delle nostre martoriate campagne stanno cadendo uno ad uno per far posto ai capannoni industriali delle piantine, il tutto sotto gli occhi impotenti di un’amministrazione comunale per ora battuta al TAR del Veneto, organo della giustizia amministrativa locale che ha sentenziato: 1) che un comune non può tutelare le siepi; 2) che una ditta privata può costruire capannoni industriali ad uso serra in aperta campagna, alti sino ad otto metri, senza presentare la licenza edilizia. Paeseambiente e Amici del Troian il 10 agosto scorso hanno scritto una lettera indirizzata al sindaco Valerio Mardegan e agli assessori Pozzebon Franco, Bandiera Giuseppe, Rossetto Luigi, Lorenzetto Stocco Rosella, Visentin John, Biscaro Giuseppe, Favaro Antonio, con la quale hanno chiesto all’amministrazione comunale di non alzare bandiera bianca procedendo ad impugnare in appello la grave sentenza del TAR del Veneto n. 2606/07 del ’07/25/2007; dopo due settimane però dal comune tutto tace. Intanto il Gruppo PADANA ortofloricoltura dei fratelli Paolo e Giorgio Gazzola (società agricola semplice), ha recintato buona parte dei campi del Troian, ovvero quelle esistenti tra le serre a ovest, tra via Cal dei Mulini a Nord, tra via Troian a Est e tra via Olimpia a sud, per preparare il nuovo immenso cantiere che spazzerà via ancora migliaia di metri quadri di campagna per lasciare spazio ai capannoni industriali delle serre con tutto il loro carico di impianti, cemento armato, ventilatori, rumore, prodotti fitosanitari per il trattamento delle piantine. Il tutto alla faccia del comune di Paese, che con il PAT in quest’area aveva protetto le siepi, aveva previsto un corridoio ecologico (previsto pure dalla provincia di Treviso) e vi aveva previsto infine anche un cono visuale. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha dichiarato: Grazie ad una classe politica avida ed insensibile alle problematiche relative alla qualità della vita, alla salute ed alla tutela dell’ambiente, che ha partorito le leggi regionali n.19 del 1999 e 10 del 2004, una società agricola semplice oggi può creare in aperta campagna una vera e propria zona industriale senza pagare un solo centesimo di oneri alla collettività e ancora peggio senza dover richiedere un minimo straccio di autorizzazione al comune. Questi politicanti che tutto fanno tranne rappresentare democraticamente i propri cittadini dovrebbero essere immediatamente spazzati via dai loro posti di potere, dovrebbero essere mandati a casa e poi dovrebbero pagare pure i danni che il loro operato ha causato nei confronti dell’ambiente e della collettività. Questi sono i politici che hanno fatto leggi per le quali un povero Cristo rischia la galera per una tettoia abusiva mentre una azienda agricola può trasformare una zona agricola in aperta campagna in una zona industriale senza bisogno di nulla, considerandola di fatto un vero e proprio feudo.

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