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LA CAVA BIASUZZI DI TRE FORNI DI PAESE DOVEVA ESSERE RICOMPOSTA DAL LONTANO 31 DICEMBRE DEL 2000: SETTE ANNI DI RITARDO IN BARBA ALLE LEGGI E ALLE SENTENZE DELLA MAGISTRATURA AMMINISTRATIVA. PAESEAMBIENTE: LA RICOMPOSIZIONE DELLA CAVA È UN ATTO DOVUTO PER LEGGE E NON UN FAVORE DELLA BIASUZZI, CHE INVECE HA FATTO DI TUTTO PER POTER SCAVARE ANCORA E ADDIRITTURA CON MAGGIORI PROFONDITA’.

Egregio Direttore del Gazzettino di Treviso,
vorrei poter replicare all’articolo apparso domenica 24 febbraio 2008 sulla pagina “Paese Villorba” del Gazzettino dell’edizione di Treviso, dal titolo “PAESE Conferma del titolare La cava Treforni chiude i battenti L’area sarà ora riqualificata.” (Cf. Articolo in allegato). Da quanto riportato nel Suo giornale sembra che la Biasuzzi abbia provveduto volontariamente, senza alcuna opposizione, alla ricomposizione ambientale della cava Tre Forni (come, tra l’altro, prevede la legge) e che volontariamente non effettuerà alcuna domanda di ulteriore escavazione. Nell’articolo si legge che “La cava Treforni chiude i battenti. Tra due mesi sarà ultimata la sistemazione e non ci sarà nessuna richiesta di approfondimento. La conferma arriva da Fabio Biasuzzi, titolare della ditta di escavazione proprietaria del sito, che così risponde indirettamente alle preoccupazioni evidenziate negli ultimi tempi dall’amministrazione comunale.” e ancora: «La cava Treforni è chiusa ormai da otto anni – spiega Fabio Biasuzzi – Si sta procedendo con la sistemazione che dovrebbe essere ultimata entro il mese di aprile, e poi assieme all’amministrazione, con cui siamo già in contatto, si deciderà che progetto intraprendere». I fatti in realtà sono ben diversi da come vengono riportati perché la Biasuzzi nel tempo ha fatto di tutto per poter continuare a scavare opponendosi alla ricomposizione ambientale, ottenendo però delle sonore sconfitte nelle varie aule della giustizia amministrativa che ha ordinato alla Biasuzzi la ricomposizione del sito. Per capire meglio come stanno in realtà i fatti voglio riportare una breve cronistoria relativa a questa enorme voragine che, come tante altre, ha deturpato per sempre il territorio del comune di Paese.
Per questo sito la Biasuzzi era in possesso di una concessione del ’10/9/1979 con scadenza, chissà dopo quante proroghe, al ’12/31/1999.
Il ’05/28/1999 la Biasuzzi, poco prima della scadenza dell’autorizzazione, ha chiesto alla Regione Veneto un ampliamento in profondità della cava.
Il ’02/17/2000 la Regione ha però negato espressamente la proroga, intimando alla Biasuzzi di ricomporre la cava entro il ’12/31/2000.
La Biasuzzi non ricevendo risposta alla domanda di ampliamento del ’05/28/1999, in data ’11/30/2000 (con autorizzazione di escavazione scaduta da quasi un anno) ha notificato un atto di diffida alla Regione Veneto assegnando alla Regione 60 giorni per rispondere.
Ovvero, la Biasuzzi invece di completare la ricomposizione della cava entro il ’12/31/2000, così come richiesto dalla Regione Veneto, ha perseverato nell’intento di scavare ancor di più e addirittura in profondità, scatenando un nuovo contenzioso.
Trascorsi i 60 giorni senza ottenere risposta dalla Regione Veneto, il ’02/17/2001 la Biasuzzi ha proposto un ricorso al TAR imboccando quindi le vie legali.
Con sentenza n.4278/2001, del 5 dicembre 2001, il presidente della seconda sezione del TAR del Veneto facente funzioni anche di relatore, il dott. Lorenzo Stevanato, dichiarava inammissibile il ricorso facendo quindi valere l’ordine della Regione alla Biasuzzi per la ricomposizione della cava di Tre Forni.
La Biasuzzi proseguiva la battaglia legale appellandosi al Consiglio di Stato che, con sentenza del 9 aprile 2002, dichiarava il ricorso improcedibile confermando conseguentemente i contenuti della sentenza del TAR n.4278/2001.
Un secondo contenzioso tra comune e Biasuzzi è nato in seguito al rilascio da parte della Regione Veneto di una proroga per l’ulteriore escavazione di ghiaia nella cava Tre Forni, proroga incredibilmente rilasciata alla Biasuzzi dal Dirigente della Direzione Geologia e Ciclo dell’Acqua della Regione Veneto in data ’01/24/2001, ovvero ad autorizzazione scaduta da oltre un anno (’12/31/1999) !!! Il comune di Paese presentò ricorso al TAR contro questo incredibile atto della Regione Veneto ottenendo una sentenza favorevole, la n.1171/2001 del ’05/16/2001, con la quale i giudici veneziani (Luigi Trivellato Presidente e Lorenzo Stevanato relatore), annullavano il provvedimento della Regione Veneto. La Biasuzzi, non contenta, procedeva contro la decisione del TAR del Veneto con un ricorso in appello al Consiglio di Stato, il quale con provvedimento n.8198 del ’11/31/2001 (Sezione Sesta) respingeva il ricorso confermando l’annullamento da parte del TAR Veneto della proroga della Regione Veneto.

Credo bene che la Biasuzzi non farà alcuna richiesta di escavazione per la cava Tre Forni, è la legge italiana che glielo impedisce! Ora, chiarito come stanno in realtà le cose, quello che dovremmo chiederci è perché la Biasuzzi ha lasciato trascorrere ben 7 anni prima di effettuare la ricomposizione ambientale della cava Tre Forni che solo ora scopriamo dovrebbe essere ultimata ad aprile. Vorrei poi poter chiedere che cosa hanno fatto le istituzioni (Comune, Provincia e Regione) durante tutto questo tempo, affinché la Biasuzzi rispettasse la legge e le sentenze del Tar del Veneto e del Consiglio di Stato che imponevano la ricomposizione ambientale del sito. Queste sono le domande alle quali credo sarebbe utile ricevere una risposta pubblica attraverso il Suo giornale. Grazie per la cortese attenzione. Cordiali saluti. Andrea Zanoni – Presidente di Paeseambiente.

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