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A PONZANO VENETO E PAESE (TV) C’E’ IL PERICOLO CHE VENGA APPROVATA LA CAVA PIU’ PROFONDA D’ITALIA SOTTO LA FALDA ACQUIFERA CON TUTTI I RISCHI CONNESSI PER QUESTA INDISPENSABILE RISORSA NATURALE. PRESENTATO IL PROGETTO DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE IN UNA SALA SEMIDESERTA IN PIENA ESTATE CON TEMPERATURE ESTERNE AFRICANE. ANDREA ZANONI PRESIDENTE DI PAESEAMBIENTE: CREDO CHE LA DATA PER QUESTA PRESENTAZIONE SIA STATA DECISA SCIENTIFICAMENTE FORSE PER FAR SAPERE A POCHI CHE SI VUOLE SCAVARE SOTTOFALDA SINO A 60 METRI DI PROFONDITA’ A CONFINE DI BEN DUE DISCARICHE E DI DIVERSE ABITAZIONI. ENTRO IL PROSSIMO 9 SETTEMBRE CHIUNQUE PUO’ PRESENTARE ALLA COMMISSIONE REGIONALE V.I.A. OSSERVAZIONI SUL PROGETTO.

Il 24 luglio scorso a Ponzano Veneto (TV) è stata presenta al pubblico la relazione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto di ampliamento della cava Morganella ubicata a cavallo tra i comuni di Paese e di Ponzano Veneto (cava ubicata tra via Morganella Ovest, via Feltrina, via della Fossa e via Antiga sud) denominato “Progetto generale di riqualificazione ambientale e urbanistica con realizzazione di campo fotovoltaico e approfondimento parziale del polo estrattivo denominato Castagnole-Morganella”. Si tratta della VIA relativa al progetto che, al di là del titolo a dir poco fuorviante, prevede per l’attuale cava, con una superficie di circa 700.000 metri quadri (tutta la città del Vaticano ci starebbe dentro una volta e mezza), un abbassamento dagli attuali 40 metri di profondità a ben 60 metri sotto il piano campagna in una superficie di circa 380.000 metri quadri. La previsione è quella di estrarre circa altri 9 milioni di metri cubi di ghiaia e sabbia con un prolungamento dell’attività di escavazione per altri 20 anni, esattamente verranno estratti 4,4 milioni per i primi dieci anni ed altrettanti per i dieci anni successivi. A presentare il progetto c’erano i tecnici incaricati da un’ATI, ovvero da una Associazione Temporanea di Imprese costituita dalle ditte Biasuzzi Cave, Calcestruzzi Spa e SuperBeton, tutte proprietarie di porzioni del sito estrattivo. Presenti alla serata poco più di venti/venticinque persone metà delle quali di Paese e per la maggior parte rappresentanti delle amministrazioni comunali. Molte le affermazioni dei tecnici che hanno lasciato perplesso lo scarso pubblico, vediamo quali: 1) la falda acquifera si muove di pochi metri l’anno mentre è risaputo che questa si muove ad una velocità di circa 5/10 metri al giorno; 2) sino a 100 metri di profondità c’è un “materasso” continuo di ghiaia mentre è noto che le falde sono quasi diverse e separate da strati di materiale impermeabile; 3) il progetto è stato redatto seguendo i principi del PRAC (Piano Regionale Attività di Cava) come quello secondo il quale è consigliato approfondire dove c’è già la falda affiorante, quando questo strumento notoriamente non ha alcun valore di legge. Va ricordato che da parte degli amministratori e dei consiglieri comunali del comune di Paese presenti è stata espressa l’unanime contrarietà al progetto, sia per i facenti parte della maggioranza che dell’opposizione. Credo che la data di presentazione della VIA per un progetto così deturpante ed invasivo per il nostro territorio sia stata studiata a tavolino – ha commentato Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente – Questa presentazione al pubblico, obbligatoria per legge, è stata fatta in un periodo dove molta gente è in ferie e quella che era a casa ha preferito evitare di arrostirsi al chiuso per tutta una serata viste le temperature africane di questo periodo. Speravo che l’amministrazione comunale di Ponzano protestasse per la scelta scientifica della data di presentazione ma da Villa Serena c’è stato solo il silenzio. Trovo aberrante che venga chiesto un ampliamento per una cava che doveva essere chiusa ancora vent’anni fa e che invece la regione Veneto continua a prorogare di cinque anni in cinque anni per l’estrazione di ghiaia, estrazione che viene effettuata sottofalda dato che a soli dieci metri circa di profondità troviamo la falda acquifera con le immaginabili ripercussioni sulla risorsa acqua. Cosa potrà accadere alle centinaia di pozzi di acqua potabile a valle della cava se in questa verranno messe in comunicazione le possibili diverse falde acquifere sapendo che le falde più superficiali non sono potabili perché inquinate? Si tratta della cava sottofalda più grande del Veneto e probabilmente più grande d’Italia, invito tutti ad andare a vedere questo cratere su Google Earth: sarà facile constatare che si tratta di una cava con falda affiorante dalle dimensioni mastodontiche. Mi chiedo poi come si possa autorizzare un ampliamento del genere, che sarebbe a detta degli stessi tecnici il primo in Italia per profondità, quando a confine di questo sito vi sono ben due discariche di rifiuti: la Marini oggi esaurita contenente rifiuti solidi urbani e la Biasuzzi contenente rifiuti inerti oggi chiusa, in quest’ultima c’è pure stato un intervento del Corpo Forestale dello Stato ed una sentenza di condanna della Magistratura trevigiana per conferimento di rifiuti illegali (Cf. ns. comunicati 15 luglio 2004 e 6 marzo 2008 su www.paeseambiente.org); per non parlare delle varie abitazioni, capannoni industriali e grosse vie di comunicazione. Paeseambiente valuterà con i propri esperti la trasmissione alla competente Commissione Regionale per la Valutazione di impatto Ambientale di alcune note che potranno essere trasmesse anche dai singoli cittadini entro e non oltre il prossimo 8 settembre 2008.

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