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IN UNA SALA GREMITA DA QUASI 200 PERSONE SI È TENUTA A VOLPAGO DEL MONTELLO LA CONFERENZA SUI PERICOLI PER LA SALUTE DERIVANTI DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI E SUL NUOVO ELETTRODOTTO DA 380.000 VOLT CON RELATIVA STAZIONE ELETTRICA DA 60.000 METRI QUADRI. I RELATORI HANNO CHIARITO IN MODO INEQUIVOCABILE LA DANNOSITÀ PER LA SALUTE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI. ATTACCATA DURAMENTE LA GIUNTA COMUNALE DI VOLPAGO; ASSENTE IL SINDACO NONOSTANTE FOSSE STATO INVITATO, PER ISCRITTO, A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA. TRA IL PUBBLICO CHIESTE LE DIMISSIONI DELLA GIUNTA.

Nella serata di lunedì 9 febbraio si è tenuta presso l’auditorium comunale di Volpago, gremito da circa 200 persone, la conferenza sul pericolo per la salute causato dai campi elettromagnetici e sul nuovo elettrodotto che Terna vuole costruire nei comuni di Martellago, Scorzè, Zero Branco, Morgano, Quinto, Paese, Trevignano e Volpago del Montello. L’iniziativa è stata organizzata dal Comitato Salvaguardia Ambientale Comunale di Volpago del Montello, da Paeseambiente, dal gruppo Silis di Morgano, da Legambiente di Istrana e da Grillitreviso. L’affluenza di pubblico è andata oltre ogni aspettativa degli organizzatori: tutti i posti a sedere erano esauriti, oltre cinquanta persone hanno assistito in piedi alla conferenza, tant’è che qualcuno si è seduto addirittura a terra, inoltre una ventina di persone ha seguito la conferenza dalle sale attigue all’auditorium. Tra i partecipanti circa 170 i cittadini di Volpago mentre gli altri provenivano dai comuni di Paese, Morgano, Scorze’, e così via. Paola Tonellato, del Comitato Salvaguardia Ambientale Comunale di Volpago ha illustrato le varie fasi di approvazione dell’accordo tra comune di Volpago e Terna in merito alla realizzazione della stazione e dell’elettrodotto avvenuta senza la benché minima trasparenza, dove la popolazione è stata tenuta all’oscuro con particolare riferimento a quella residente a Belvedere, direttamente interessata dalla stazione. Tonellato ha spiegato chiaramente che gli accordi sottoscritti tra Terna e Comune, laddove prevedono due aree alternative l’una all’altra per la localizzazione della stazione, non consentono la possibilità di bloccare i cavatori, con il rischio concreto che tra qualche anno i cittadini di Volpago si troveranno con la mega stazione elettrica da 12 campi veneti, con l’elettrodotto da 380.000 volt e con la cava in piena attività di espansione. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha illustrato il tracciato dell’elettrodotto (si veda la mappa sintetica su www.paeseambiente.org) ricordando che da un documento del 2008 di Terna (Valutazione Ambientale del Piano di Sviluppo della Rete Elettrica di Trasmissione Nazionale – Volume Regione Veneto – Anno 2008, richiedibile a: paeseambiente@ecorete.it) risulta che il progetto dell’elettrodotto risale al 2003. Tale testo muove palesemente da dati progettuali che contemplano previsioni di consumi di energia elettrica non corrette, effettuate prima del fenomeno della delocalizzazione, a seguito del quale molte aziende del Triveneto hanno spostato la loro produzione all’estero, chiudendo centinaia di fabbriche. Dal suddetto documento risulta altresì che gli incontri su questo progetto tra Terna e Provincia di Treviso risalgono al 2006, quelli tra Terna e comuni interessati risalgono al gennaio 2007, mentre si è saputo qualcosa di questo progetto solo a fine luglio (per Morgano) e ad ottobre 2008 (per Paese e Volpago del Montello). Dal predetto documento, risulta inoltre che Terna ha scelto questo tracciato, definito “trasversale” veneta e denominato Scorzè – Volpago del Montello, nonostante vi fossero altre quattro alternative, tutte scartate per l’evidente opposizione delle comunità locali interessate dai tracciati. Tra le amministrazioni comunali interessate dall’elettrodotto (Martellago, Scorzè, Zero Branco, Morgano, Quinto, Paese, Trevignano e Volpago del Montello), solo quella di Volpago del Montello ha dato un parere positivo, con una delibera consiliare adottata il ’10/29/2008 (Cf. delibera n. 52 del ’10/29/2008 richiedibile a paeseambiente@ecorete.it) mentre a Scorzè è stato il commissario prefettizio a dare il via libera con una delibera approvata la vigilia di Natale del 2008. Anche l’Ente Parco del Sile ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Terna, in data ’07/28/2008 (Cf. protocollo intesa Parco Sile/Terna richiedibile a paeseambiente@ecorete.it) che però a quel che pare non ha alcun valore di legge. I sindaci dei comuni di Martellago (VE), dott. Giovanni Brunello, e quello di Paese (TV), dott. Valerio Mardegan, hanno invece dichiarato pubblicamente che le loro amministrazioni si opporranno fermamente a questa opera che per i loro territori, già gravati da numerosi problemi ambientali (passante di Mestre per Martellago, discariche e cave per Paese), rappresenta un ulteriore problema ambientale. Zanoni ha poi ricordato che una ricerca della Divisione dell’Ambiente, dell’Energia e degli Studi, (STOA – Scientific and Technological Options Assessment) del Parlamento Europeo, del 2001, intitolato “I CAMPI ELETTROMAGNETICI E LA SALUTE” conferma che gli elettrodotti attirano e concentrano gli agenti inquinanti degli scarichi delle macchine ed altri scarichi (CF. su www.paeseambiente.org – comunicato del 3 dicembre 2008) dove si può leggere “Questo tipo di linee elettriche produce infatti particelle cariche, che si fissano sul particolato e gli agenti inquinanti presenti nell’aria che, a loro volta, si fissano sulle persone. L’agente inquinante si deposita poi sulla pelle o viene inalato, nel qual caso si fissa nei polmoni in virtù della sua carica. I cavi dell’alta tensione non sono quindi pericolosi di per sé, ma perché la loro presenza attira e concentra gli agenti inquinanti emessi dagli scarichi delle macchine, ecc.”. Il dottor Gennaro Di Giovannantonio, responsabile medico nazionale del Co.Na.CEM – Coordinamento Nazionale per la tutela dai Campi Elettromagnetici – ha esordito facendo presente di essere il consulente tecnico del comune di Volpago del Montello per la causa civile che questo comune (con altri sei) ha intentato contro l’elettrodotto Terna Sandrigo – Udine, mentre ora si trova a parlare di un identico elettrodotto per il quale lo stesso comune ha dato inspiegabilmente il via libera. Di Giovannantonio con l’ausilio di una videoproiezione, ha illustrato, in maniera molto semplice e comprensibile la pericolosità per la salute dell’uomo dei campi elettromagnetici prodotti dagli elettrodotti. Egli ha riportato i dati relativi a decenni di studi ufficiali effettuati sull’influenza dei campi elettromagnetici (CEM) sulla salute dell’uomo i quali hanno dimostrato che, ad una esposizione superiore a 0,2 microtesla (unità di misura dei CEM), aumentano i rischi per la salute e, in particolare, aumentano considerevolmente le incidenze delle leucemie infantili. Ha evidenziato che il valore-soglia di 0,2 microtesla di inquinamento da CEM si rileva a una distanza di circa 110 metri dagli elettrodotti, aggiungendo che non esistono dati certi in merito alla non dannosità dei CEM per valori inferiori a 0,2 microtesla, ovvero che non esiste – purtroppo – una soglia minima di sicurezza. Il dottor Di Giovannantonio ha poi sottolineato che il Piano Sanitario del Ministero della Salute ha prescritto che per le opere che possono creare rischi per la salute, debba esserci una «completa e corretta informazione», cosa che non è avvenuta per il progetto dell’elettrodotto Scorzè – Volpago del Montello. Egli ha ricordato che lo IARC (International Agency for Research on Cancer), il braccio operativo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (O.M.S.), ha classificato i campi elettromagnetici provocati dagli elettrodotti nel “Gruppo 2B”, gruppo che comprende le attività definite «possibili cancerogeni per l’uomo». Ha ricordato che ben il 90% di tutti i tumori dipendono da fattori esterni all’organismo, ossia dagli agenti ambientali. Ha ricordato, infine, che gli agenti cancerogeni che singolarmente hanno influenze minime, se contemporaneamente presenti possono produrre effetti ampiamente ed enormemente più rilevanti (effetti sinergici). Daniela Dussin, presidente del Co.Na.CEM, ha evidenziato che esiste una causa contro Terna intentata da ben sette comuni (Volpago del Montello, Codognè, Montebelluna, Riese Pio X, Santa Lucia di Piave, Altivole e Vedelago), risalente al 1989 in merito alla realizzazione dell’elettrodotto Sandrigo – Udine. Ha evidenziato che gli elettrodotti da 380.000 volt, come quello che si vuole realizzare adesso, sono dei “passanti” di energia, delle “autostrade” che non servono alle nostre fabbriche. La presidentessa Dussin ha criticato aspramente il sindaco di Volpago del Montello per aver già siglato l’accordo con Terna, dimostrandosi sordo alle preventive istanze del Co.Na.CEM. Ha affermato che un comune come quello di Volpago del Montello non può accettare formalmente un’opera, il nuovo elettrodotto, che dipende da un’altra opera, l’elettrodotto Sandrigo-Udine, che attualmente è oggetto di una causa civile intentata proprio dal Comune di Volpago contro Terna. In merito alla questione della “pubblica utilità” di questo progetto, Dussin ha ricordato che nessuna delle opere così qualificate è mai stata realizzata a fronte di un diniego opportunamente motivato presentato da una o più amministrazioni locali. Ha poi ricordato che in Veneto l’energia elettrica è addirittura in esubero, considerato tra l’altro l’attuale clima di recessione, e che pertanto Terna, in merito alle ragioni che dovrebbero supportare e motivare questa mega opera, non dice il vero. Dussin ha affermato che la sottostazione elettrica di Volpago è equiparabile ad uno stupro ambientale e che è una pazzia mettersi una bomba in casa. Ha poi puntato il dito contro l’Amministrazione di Volpago del Montello colpevole, grazie all’accordo firmato il 29 ottobre 2008, di aver minato una battaglia legale risalente al 1989, ovvero durata venti anni, relativa alla causa civile contro Terna per l’elettrodotto Sandrigo-Udine, colpendo così un impegno ventennale di centinaia di cittadini e di ben altre sei amministrazioni comunali. Dussin ha poi affermato che i progetti di opere come questi non devono essere discussi dai sindaci in incontri a porte chiuse in provincia ma devono essere portati a casa e mostrati ai cittadini. Infine, ha evidenziato, in modo inquietante, che i soldi che il comune ha portato a casa con l’accordo con Terna (1.200.000 euro per opere di mitigazione) sono, rispetto ad altri accordi a lei noti tra Terna e altri comuni delle più disparate parti d’Italia e relativi ad opere di gran lunga inferiori, ben poca cosa, e che quindi il comune non ha nemmeno saputo portare a casa una somma adeguata all’entità dell’opera (sottostazione più elettrodotto). Alla fine degli interventi, Zanoni ha preso nuovamente la parola ricordando che il comune di Volpago da pochi giorni si è addirittura costituito nel ricorso al TAR del Veneto presentato dai cavatori contro l’elettro stazione, assumendo pertanto un ruolo di difesa dell’elettrodotto di Terna a spese dei cittadini. È intervenuto anche il dott. Roberto Feletto del Conacem portando la sua esperienza in merito alla lotta contro un ennesimo elettrodotto. Tra il pubblico sono intervenuti una quindicina di cittadini, quasi tutti di Volpago, tutti vistosamente adirati con il sindaco e con l’amministrazione comunale perché non si spiegavano come si era potuta autorizzare un’opera del genere senza far sapere nulla a nessuno dei diretti interessati. Va evidenziato che il folto pubblico presente a Volpago ha ripetutamente applaudito tutti i relatori e i cittadini intervenuti al dibattito, in particolare quando un intervenuto ha auspicato de dimissioni di tutta la giunta comunale. Il Sindaco di Volpago, l’avv. Roberto Toffoletto, nonostante fosse stato invitato per iscritto dagli organizzatori, non si è fatto vedere, inoltre nessun assessore dell’amministrazione comunale (anch’essi invitati per iscritto alla conferenza e relativo dibattito) ha avuto il coraggio e la dignità di intervenire per esporre le proprie ragioni. Durante la serata sono state raccolte oltre 200 firme per la petizione contro l’elettrodotto indirizzata ai sindaci dei comuni interessati dal suo tracciato, parte delle quali direttamente su un apposito tavolo e parte su moduli già compilati da singoli cittadini che le avevano raccolte prima tra amici e parenti. Nella petizione viene ricordato che questo elettrodotto non porta alcun vantaggio per le popolazioni locali, incrementa l’inquinamento elettromagnetico e i rischi per la salute, deturpa e degrada il territorio, svaluta economicamente le case ed i terreni dei residenti, risponde a logiche di flussi di energia anacronistici e concentrati in poche mani (Zanoni ha ricordato il recente acquisto di ENEL di due centrali nucleari in Slovacchia, commentando che in qualsiasi paese d’Europa se l’ente per l’energia ha utili elevatissimi abbassa le bollette e non si lancia in investimenti pericolosi sotto un profilo economico dovuto ai costi esorbitanti necessari per il trattamento post mortem delle centrali nucleari). Nella petizione, si ricorda che il progetto Terna prevede un tracciato che va contro le indicazioni della Regione, che è un’opera inutile e costosa che, alla fine, sarà pagata dai soliti contribuenti, che consuma grandi porzioni di territorio agricolo come quelle chieste in sacrificio al comune di Paese per 12.000 metri quadri (per due sottostazioni a Padernello) e, in particolare, al comune di Volpago del Montello, dove è prevista una stazione elettrica da ben 60.000 metri quadri (pari a 12 campi veneti), mentre questo territorio potrebbe invece essere utilizzato per degli importanti campi fotovoltaici per la produzione di energia pulita in loco a disposizione degli abitanti del posto. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha dichiarato: In anni di volontariato ne ho viste di tutti i colori, mai prima d’ora ho assistito ad una situazione paradossale ed inspiegabile come quella di Volpago, dove il comune contemporaneamente è impegnato legalmente sia contro che a favore di un elettrodotto ad altissima tensione. Dove accade che lo stesso comune per un elettrodotto spende i soldi dei contribuenti per dei consulenti e legali per bloccarlo e per un elettrodotto identico spende i soldi dei contribuenti per difenderlo. I cittadini di questo comune hanno ragione ad essere arrabbiati perché vengono presi in giro due volte perché gli si dice addirittura che l’elettrodotto fermerà le cave ma in realtà il comune ha previsto la relativa sottostazione elettrica in una posizione che nei fatti dà il minimo fastidio ai cavatori. Grazie alle scelte di questa amministrazione comunale i cittadini di Volpago rischiano concretamente di vedersi approvata la sottostazione elettrica, di vedersi approvato l’elettrodotto, di vedersi i cavatori espandersi ancora di più e di perdere la causa ventennale contro l’elettrodotto Sandrigo-Udine. Ovvero, come dicono al sud, rischiano di essere “cornuti e mazziati”.

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