“La Commissione Ambiente del Consiglio regionale ha approvato nei giorni scorsi i regolamenti riguardanti le valutazioni ambientali, Via, Vas Vinca e Aia. Purtroppo, attorno a questo parere gravano pesanti lacune”. Con queste parole il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, in relazione alla seduta dello scorso 24 ottobre.
“Innanzitutto – continua Zanoni – non è stata fatta l’audizione in presenza dei soggetti interessati e si è voluto procedere con la richiesta dei soli contributi scritti. Il risultato è stato desolante: su 107 soggetti contattati, le risposte sono state solo 16, meno del 15%. La cosa paradossale è che nessuna risposta è arrivata da associazioni di tutela dell’ambiente e che a farlo sono stati solo soggetti strutturati, ovvero, 10 enti pubblici, 4 ordini professionali e due associazioni industriali. È evidente che l’aver negato il confronto diretto ha di fatto creato un ostacolo per molte realtà minori ma fondamentali nell’approfondimento delle questioni ambientali. Il tutto, contravvenendo allo Statuto della Regione e al Regolamento del Consiglio che prevedono il coinvolgimento del pubblico e delle varie componenti della società veneta. Entrando poi nel merito dei contenuti, – evidenzia Zanoni – il regolamento sulla Via, che riguarda impianti impattanti come discariche, inceneritori, cave, cementifici, superstrade, ferrovie, elettrodotti, ecc., è decisamente il più critico perché peggiora la precedente norma per quanto riguarda la partecipazione del pubblico. Questa prevedeva la cosiddetta ‘inchiesta pubblica’, vale a dire la possibilità per residenti, cittadini comuni, associazioni di categoria e di tutela ambientale di potersi sedere attorno a un tavolo e di interloquire con proponenti e autorità pubbliche in merito alle osservazioni presentate. Questo importante momento, ribattezzato ‘audizione in contraddittorio’, da oggi potrà essere richiesto solo dai sindaci dei comuni interessati all’impatto e non più anche dalle associazioni di tutela ambientale e dalle associazioni sindacali. Si tratta di un passo indietro piuttosto grave che riduce la possibilità di intervento della società civile nei processi decisionali in merito alle valutazioni ambientali. Ciò va in contrasto con uno dei principi innovativi introdotti nel 2014 dalla nuova Direttiva Via, di cui fui relatore al Parlamento Europeo”.
“L’altro passo indietro riguarda il periodo di presentazione al pubblico dei progetti. È stata infatti cancellata la disposizione che prevedeva che non fossero presentati nel mese di agosto per evitare, come accadeva spesso, che i proponenti approfittassero della mancanza dei cittadini interessati per presentare il progetto in sordina dando così inizio al conto alla rovescia dei tempi della procedura in periodi di partecipazione minima. Anche questa modifica va contro la partecipazione del pubblico, sempre alla faccia dei principi fissati dalla Direttiva UE sulla Valutazione di impatto ambientale. Rispetto alle proposte avanzate in commissione, – commenta Zanoni – non è stata accolta quella di tenere presentazioni dei progetti in sedi e con modalità appropriate, per evitare precedenti come quello dell’Impianto Eni Rewind a Malcontenta, dove l’80 % delle persone non ha potuto partecipare a causa del locale troppo piccolo. Per quanto riguarda il regolamento sull’Autorizzazione integrata ambientale, non è stata accolta la mia proposta di creare un portale dedicato con tutti i progetti soggetti ad Aia, come accade in altre Regioni, come, per esempio, l’Emilia-Romagna o l’Umbria. Questa, tra l’altro, è una proposta avanzata dall’Ordine degli Ingegneri. Vogliamo l’autonomia per essere più efficienti ma in Veneto non riusciamo nemmeno a mettere in rete questi importati processi di carattere ambientale. Anche la proposta che ho messo sul tavolo per creare un portale su Vas e Vinca non è stata accettata. Il regolamento della Vinca, pur facendo finalmente ordine su procedure e competenze, prevede troppe esclusioni di questo procedimento, con semplificazioni e standardizzazioni che vanno a ridurre le possibilità di approfondimenti seri attorno ad interventi che hanno effetti negativi sui siti della Rete Natura 2000″, conclude Zanoni.