“La vicenda è incredibile e gravissima. Per poter recuperare il legname di un numero peraltro limitato di alberi schiantati dalla tempesta Vaia, il Commissario per l’emergenza emanò nel luglio 2021 un’ordinanza che prevedeva la realizzazione di una nuova strada silvopastorale in mezzo al bosco, in località Lama del Porzel, nel Comune di Alpago (Bl). Si tratta di un sito inserito nella Rete protetta Natura 2000, dove si trova un bosco demaniale, su cui la Regione ha piena competenza. Il risultato? Questa strada di 4,5 km, di cui l’80% è già stato realizzato, comporterà alla fine la distruzione di ben 675 alberi, 15 ogni 100 metri, di cui molti secolari e monumentali. Di fatto, una strage che rappresenta una seconda Vaia”. La presa di posizione è del consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, che lancia l’allarme di quanto accaduto e che accadrà ed aggiunge: “Mia l’interrogazione cui è stata fornita risposta ieri, nell’aula di Palazzo Ferro-Fini”.
“L’area di cui parliamo – aggiunge Zanoni – è luogo tutelato dal 21 novembre 1548, quando il Consiglio dei Dieci lo mise sotto protezione. Tanto per capire quanto la Serenissima tenesse a questo bosco, le sanzioni per chi tagliava gli alberi erano severissime: i recidivi venivano deportati e resi in schiavitù impiegati nelle galee. Oggi invece l’antica foresta del Cansiglio viene evidentemente trattata dalla Regione come una zona degradata da radere al suolo. Infatti, a fronte della valutazione Vinca negativa, è stata sì introdotta una misura di compensazione che prevede l’ampliamento dell’area Rete Natura 2000, di circa 14 ettari, in località Sant’Antonio Tiriton che peraltro è già vincolata. Ma tutto questo senza piantare alcun albero e senza compensare, nemmeno dal punto di vista quantitativo, una perdita immensa per il valore delle specie oggetto di abbattimento”.
“Ricordo che il caso – commenta Zanoni – è emerso grazie alle segnalazioni di diversi escursionisti e associazioni. Riporto il contenuto della risposta all’interrogazione: ‘il 69% degli abbattimenti riguarda i Faggi (465 esemplari), il 6% sono Abeti rossi (40 esemplari), il 25% Abeti bianchi (168 esemplari)’. Questi ultimi sono per giunta un patrimonio raro e perciò prezioso. Non solo: ci sono varie ricerche che testimoniano la straordinarietà di questi abeti, decine dei quali sono unici in tutta Europa per le enormi dimensioni. Bisognerebbe creare per loro un’ulteriore tutela e invece si è scelta la loro distruzione”. “Voglio andare fino in fondo a quanto accaduto e a quanto accadrà. Mi si dice che i sopralluoghi e i rapporti, per l’esattezza sei, già effettuati per verificare se la presenza e la distribuzione delle specie monitorate è in linea con le attese, hanno dato esito positivo. Ma quali erano le attese? Ho già inoltrato un accesso agli atti per leggerli. Resta la vergogna per questa operazione dal costo pubblico di 400 mila euro che serve sicuramente al privato che ha vinto l’appalto per far legna. Distruggendo un patrimonio naturalistico e storico enorme, in barba ad ogni norma di tutela, compresa la recente Restauration law dell’Ue che indica la strada del ripristino ambientale. Qui invece una strada ha portato ad un nuovo disastro”, conclude Zanoni.