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Uccellagione, roccoli e richiami vivi illegali se privi di rigidi controlli

La Commissione europea risponde a Zanoni: senza rigidi controlli “congrui ed elevati” niente deroghe per la cattura dei richiami vivi nei roccoli. Zanoni: “Fino adesso controlli scarsi o inesistenti. Zaia e Maroni sono avvisati: accontentare la lobby dei cacciatori costerà loro molto caro

 

“Ogni deroga concessa dalle autorità nazionali a norma dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva Uccelli è permessa solo se esercitata in condizioni rigidamente controllate. Tutte le deroghe devono inoltre specificare i controlli da svolgere e indicare l’autorità competente a dichiarare il rispetto delle condizioni richieste”. Lo dice il Commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik in risposta all’interrogazione di Andrea Zanoni sugli scarsi o addirittura inesistenti controlli in merito alle deroghe alla cattura di uccelli vivi di Veneto e Lombardia. “In questo modo la Commissione mette la parola fine alla cattura dei richiami vivi nei roccoli così come li conosciamo oggi in Italia”.

 

Nella sua risposta, il Commissario Potočnik ricorda che “la Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva Uccelli selvatici ha precisato che per soddisfare queste condizioni occorre compiere rigorosi controlli territoriali, temporali e personali”.

 

Questo vuol dire che le amministrazioni locali e regionali che autorizzano le deroghe devono specificare, oltre agli organi di vigilanza, il tipo e il numero congruo ed elevato di controlli minimi da effettuarsi – spiega Zanoni citando la risposta della Commissione, che mette nero su bianco come “un numero esiguo di controlli come quello menzionato dall’onorevole deputato può non essere sufficiente a garantire il livello richiesto di controlli rigorosi”.

 

Sotto accusa proprio i controlli scarsi o nemmeno indicati di Veneto e Lombardia sulla piaga degli impianti di cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi. “La Regione Lombardia individua, in via preventiva, un numero di controlli sugli impianti ridottissimo (vedi background). La Regione Veneto la fa ancora più sporca, non indicando un bel niente”, attacca Zanoni. “Alla faccia dell’articolo 9 della direttiva 147/2009/CE che alla lettera C prevede che le deroghe, quando esercitabili, debbano essere effettuate in condizioni rigidamente controllate”.

 

Zaia e Maroni sono avvisati, per i roccoli la stagione venatoria passata è stata l’ultima – incalza l’eurodeputato – Farò di tutto per obbligare le amministrazioni italiane a rispettare alla lettera i vincoli europei specie quelli sui controlli, ad oggi causali e dovuti unicamente alla buona volontà del Corpo forestale dello Stato”.

 

Senza i dovuti controlli, possono nascere di conseguenza gravi illeciti come il commercio illegale di uccelli selvatici così come già accaduto in passato”. A tal proposito vedere questo VIDEO.

 

BACKGROUND

La Regione Lombardia, che nelle autorizzati di impianti di cattura di uccelli concede l’uso di reti (vietate in via generale dalla Direttiva Uccelli 147/2009/CE), individua, in via preventiva, un numero controlli sugli impianti ridottissimo. Per esempio per i 25 impianti della Provincia di Bergamo (circa 2.250 giornate complessive di funzionamento nell’anno 2012) i controlli obbligatori sono 40, pari allo 0,017% delle giornate di funzionamento mentre per i 21 impianti della Provincia di Brescia (circa 1.890 giornate complessive di funzionamento nell’anno 2012) i controlli obbligatori sono 84, pari allo 0,043 % delle giornate di funzionamento. La Regione Veneto, invece, non indica alcun numero di controlli preciso.

 

Nel novembre 2012 Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare l’applicazione fraudolente di anelli identificativi a uccelli migratori catturati illegalmente che poi vengono rivenduti a caro prezzo sul mercato. Con un’interrogazione parlamentare, l’eurodeputato aveva chiesto alla Commissione azioni urgenti per contrastare questo commercio illegale e garantire il rispetto dell’articolo 66 del Regolamento CE 865/2006.

 

A dicembre Zanoni ha accompagnato i rappresentanti della LAC e del CABS per consegnare circa 18mila firme alla presidente della commissione petizioni al Parlamento europeo contro la cattura e l’utilizzo di richiami vivi.

 

Lo scorso agosto Zanoni aveva presentato un’altra interrogazione alla Commissione europea per chiedere lo stop alle deroghe del Veneto e di altre regioni sulla cattura di uccelli da usare come richiami vivi.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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