Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha respinto il ricorso di un cacciatore di Vidor (TV), che aveva contestato il mancato rinnovo del porto d’armi ad uso caccia da parte della Questura di Treviso, dopo una condanna per reati ambientali. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Sono soddisfatto per questa sentenza che sottolinea in modo inequivocabile il dovere di rispettare le Direttive europee in materia di rifiuti e per la tutela delle acque»
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto (TAR) ha respinto il ricorso di un cacciatore di Vidor (TV), che aveva contestato il mancato rinnovo del porto d’armi uso caccia da parte della Questura di Treviso. La Questura della Marca, infatti, aveva negato il porto d’armi al titolare di un’azienda di servizi ambientali che era stato condannato per reati ambientali.
Il TAR ha dunque confermato il diniego espresso dalla Questura, asserendo che il porto d’armi si può negare «a chi non può provare la buona condotta», e «appare stridere con l’interesse pubblico consentire al soggetto che violi precise prescrizioni sui rifiuti o sul regime delle acque il possesso di arma», come si legge nella sentenza del Tribunale.
Il ricorrente era stato condannato nel 1997 per reati attinenti la violazione delle Direttive comunitarie relative ai rifiuti e alle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Sono soddisfatto per questa sentenza che sottolinea senza margini di dubbio l’importanza e il dovere di rispettare le Direttive europee, nel caso di specie quella sui Rifiuti 2008/98/CE e quella sulle Acque 2000/60/CE. Trovo sensato e coerente che i giudici del TAR abbiano respinto il ricorso, negando la licenza di caccia a chi si è macchiato di reati ambientali, in barba ai dettami comunitari. È giusto che chi deturpa il nostro ambiente non possa infierire ulteriormente andando a caccia per uccidere quei pochi animali che ancora sopravvivano a pesticidi, cementificazione, autostrade e rifiuti di ogni genere. Quindi massimo sostegno alla Questura di Treviso nell’applicare in modo ineccepibile le norme sulle armi».
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