ANDREA

ZANONI

Europee 2024

Cerca

A TREVISO L’1 GENNAIO REGISTRATI BEN 91 UG/MC DI PM10 CONTRO I 50 DI LEGGE E 2 NG/MC DI BENZOAPIRENE CONTRO L’1 DI LEGGE. CON I PANEVIN (FALO’) DELL’EPIFANIA SI PREVEDE UNA ULTERIORE IMPENNATA DELL’INQUINAMENTO E I DISAGI GIA’ REGISTRATI NEL 2007. SONO TROPPI GLI ECOFURBI CHE, CON IL PRETESTO DEI “PANEVIN”, SMALTISCONO TONNELLATE DI RIFIUTI DI OGNI TIPO IN BARBA ALLE LEGGI E A DANNO DELLA SALUTE DI TUTTI I CITTADINI. I SINDACI VIGILINO SUI FALO’ E LIMITINO IL LORO NUMERO E LE LORO DIMENSIONI; LA MAGISTRATURA INTERVENGA IN CASO DI DANNI ALLE PERSONE.

Il primo gennaio del 2008 la centralina dell’ARPAV di Treviso, ubicata in via Lancieri Novara, ha registrato un inquinamento pari a 91 ug/mc (microgrammi/metro cubo) di PM10 (le polveri sottili), superando la soglia di legge dei 50 ug/mc, un inizio di anno che non lascia presagire nulla di buono anche per il 2008. Purtroppo, nulla sappiamo sulle polveri sottilissime, le PM 2,5 e le nanopolveri, molto più pericolose delle PM10, perché l’ARPAV ancora non le rileva. Anche il benzopirene, inquinante cancerogeno di riferimento della famiglia degli idrocarburi policiclici aromatici, il primo gennaio a Treviso ha superato la soglia di legge, fissata a un nanogrammo a metro cubo (ng/mc), del 100% attestandosi ad 2 ng/mc. Il benzopirene è altamente cancerogeno e secondo due studi dell’istituto Cigra, Centro Interdipartimentale per la Gestione e il Recupero Ambientale del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Trieste, l’esposizione a livelli alti di questa sostanza associata a quella di polveri sottili è talmente nociva per il corpo umano da provocare una modificazione genetica del Dna e alterare i fattori di crescita. Il 6 gennaio del 2007, dopo i tradizionali panevin dell’Epifania le centraline dell’ARPAV registrarono, sempre a Treviso, un picco di inquinamento dell’aria da polveri sottili pari a ben 160 ug/mc, in sostanza un valore oltre il triplo del limite di legge pari a 50 ug/lt. I Vigili del Fuoco dovettero intervenire addirittura all’ospedale Ca’ Foncello per liberare alcuni reparti dai fumi della nube dei panevin perché avevano causato malesseri soprattutto tra i ricoverati. A detta di molti, tra i quali anche l’assessore all’Ambiente del comune di Treviso e un medico dell’ospedale Ca’ Foncello, l’impennata dell’inquinamento dell’aria fu dovuta alle centinaia di falò accesi per i tradizionali “panevin” della notte precedente, dove in molti hanno approfittato per smaltire illegalmente tonnellate di rifiuti come imballaggi di plastica, polistirolo, legno trattato con solventi, gomme, e così via. Il “Panevin” resta una tradizione che va mantenuta, ma che non deve diventare il capro espiatorio per smaltire i rifiuti e che non può prevaricare il diritto dei cittadini ad un’aria il meno possibile inquinata; inoltre dovrebbe svolgersi con il buon senso degli organizzatori. Ogni anno tra il 5 e il 6 gennaio si registra un’aria pressoché irrespirabile, intrisa di fumi della combustione che sicuramente non provengono dalle sole ramaglie, contenendo probabilmente anche la pericolosa diossina derivante dalla combustione di rifiuti di plastica. Tutti i comuni del trevigiano interessati dal fenomeno delle polveri sottili, ovvero tutti quei comuni che si trovano in pianura, dovrebbero attuare attenti e scrupolosi controlli, soprattutto in concomitanza con i panevin, per evitare abusi e violazioni delle leggi. Il problema dell’inquinamento dell’aria resta una delle maggiori cause di danni alla salute: la Commissione Europea il ’02/21/2005 ha reso noto uno studio dal quale risulta che lo smog accorcia la vita media degli europei di 8,7 mesi. Lo studio inoltre ha verificato che in Italia lo smog causa ogni anno ben 39.000 decessi (sui 310.000 dell’intera Europa) e che più del 90 per cento dei morti è dovuto alle polveri sottili. Ogni comune dovrebbe effettuare seri controlli quotidiani su chi irresponsabilmente smaltisce i rifiuti tramite la combustione illegale, anche al fine di evitare di rendere inutili le insufficienti misure adottate finora per arginare il gravissimo problema delle polveri sottili. Il diritto alla salute viene prima del diritto a divertirsi davanti ai falò, quindi i sindaci dovrebbero innanzitutto limitare il numero di falò nel proprio territorio imponendo un tetto massimo del loro numero e poi limitarne drasticamente le dimensioni, infine la magistratura dovrebbe intervenire in tutti i casi in cui i falò creino danni alle persone denunciando tutti i responsabili ed eventualmente anche qualche sindaco di manica larga. Andrea Zanoni – Presidente di Paeseambiente

Condividi

Consulta l'archivo per mese ed anno

Ultimi comunicati stampa