Cacciatori italiani arrestati in Romania

12 cacciatori italiani arrestati in Romania per bracconaggio. Sequestrati 20 fucili e circa 10.000 cartucce. Un migliaio di uccelli morti imballati e pronti per essere portati in Italia. Andrea Zanoni (IdV) aveva denunciato il turismo venatorio italiano alle autorità rumene qualche giorno prima proprio in Romania.

 

L’11 ottobre scorso, dodici cacciatori italiani sono stati arrestati a Cernavoda, Costanza, in Romania, accusati di bracconaggio. Nelle loro camere d’albergo sono stati rinvenuti 20 fucili da caccia e 10.000 cartucce non autorizzate nonché le carcasse di un migliaio di uccelli. Il 4 ottobre Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, si trovava proprio a Cernavoda per l’inaugurazione del primo rifugio per cani ed equini abbandonati dell’intero Paese. “In quell’occasione ho denunciato personalmente alle autorità locali il turismo venatorio di molti italiani che considerano la Romania come il Far West della caccia. Mi complimento per la magistratura e la forza di polizia rumena che non hanno perso tempo”.

 

Secondo fonti della polizia citate dall’agenzia di stampa rumena Mediafax, i dodici italiani hanno tutti tra i 50 e i 70 anni e gli uccelli morti, soprattutto allodole, erano imballati in cartoni per essere inviati in Italia. (VIDEO) Sempre secondo media rumeni, i bracconieri non erano in possesso di regolare licenza e utilizzavano richiami acustici per uccelli. Tra di loro sembrerebbe ci sia il titolare di  una agenzia viaggi toscana. Il 29 agosto Zanoni aveva lanciato l’allarme del rischio che corre la Romania di diventare l’Eden dei cacciatori italiani transfughi dalle leggi nostrane. “Non soltanto la Romania non mette al bando espressamente i richiami elettroacustici vietati espressamente dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE, ma viene spacciata da alcuni tour operator senza scrupoli come l’Eden del cacciatore dove tutto è possibile”, aveva detto Zanoni presentando un’interrogazione alla Commissione europea.

 

L’11 ottobre, il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik ha risposto a Zanoni che “la Commissione esaminerà con le autorità rumene le modifiche specifiche della legge rumena e la loro compatibilità con la legislazione dell’Ue in materia di ambiente, nonché il modo in cui tali disposizioni vengono effettivamente applicate”.

 

“Il 4 ottobre scorso ho colto l’occasione della mia partecipazione all’inaugurazione del primo rifugio rifugio per cani ed equini abbandonati dell’intero Paese, costruito grazie a Save the Dogs and other Animals, per denunciare alle autorità presenti, tra cui molti sindaci rumeni e l’Ambasciatore italiano in Romania, l’assurda situazione d’illegalità che vede centinaia di bracconieri italiani andare in Romania per sfogare le proprie voglie venatorie – conclude Zanoni – Mi complimento con le autorità rumene per il pronto intervento e mi auguro che si inneschi una collaborazione virtuosa con quelle italiane per contrastare il raccapricciante fenomeno del pacchetto vacanze del bracconiere”.

 

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