“Si tratta di un provvedimento molto complesso che sarà oggetto nei prossimi giorni di incontri che organizzeremo come Pd insieme agli addetti ai lavori. Quel che però emerge dalla delibera è l’inopportunità di aver escluso dalla legge sul contenimento di suolo, forme di consumo come le infrastrutture e le cave”. È il commento di Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere del Partito Democratico a proposito dell’illustrazione oggi della delibera relativa al tetto massimo di consumo di suolo ammesso per ambiti comunali e sovracomunali omogenei.
“L’elaborazione non è completa, poiché fatta su dati che riguardano il 94% dei Comuni, visto che undici inspiegabilmente non hanno risposto, compilando la scheda. Sulla base della ricognizione, ci sono 21.323 ettari da consumare entro il 2050, ridotti però del 40% a 12.793, una decisione della Giunta perché da parte dei Comuni era evidente una certa sovrastima di quanto già destinato al consumo di suolo. È stata quindi mantenuta una riserva, pari a 8.530 ettari, che poi la Regione deciderà come riassegnare”.
Ma, insiste, Zanoni, ci sono aspetti che non convincono. “Ci è stato detto che grazie a questa delibera viene ‘utilizzata’ una percentuale annua di suolo pari allo 0,17%, inferiore al dato italiano calcolato dall’Ispra, che ammonta allo 0,22%. Peccato però che nella media nazionale siano comprese tutte le tipologie di consumo di suolo, mentre la legge veneta è piena di deroghe, a cominciare da infrastrutture e cave”.
“Inoltre – dice ancora il vicepresidente della Seconda commissione – anche la logica dei correttivi è rivedibile. Sono infatti previste delle riduzioni, dal 5 al 10%, per determinati Comuni fortemente urbanizzati. Il problema è che questa diminuzione viene poi rimessa in gioco a disposizione dei Comuni meno cementificati. Così facendo, però, non si rischia di spalmare a 360 gradi su tutto il territorio la cementificazione, andando contro il principio adottato in molti paesi europei che vede lo sfruttamento di determinate aree, ma ne preserva molte altre a tutela e beneficio dell’agricoltura e dell’ambiente naturale?”.