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DISCARICA SEV DEI RIFIUTI TOSSICONOCIVI DI PADERNELLO DI PAESE: LA SAN BENEDETTO DISPOSTA ALLA BONIFICA IN CAMBIO DI UNA ENNESIMA COLATA DI CEMENTO. CONTINUA LO SCARICABARILE: LA PROVINCIA DI TREVISO DOPO AVER ASSISTITO INDIFFERENTE AL NASCERE DEL BUBBONE DELLA SEV, SPERA ANCORA CHE I PRIVATI POSSANO FARE L’INTERESSE PUBBLICO. PAESE NON HA BISOGNO DI ALTRI “PIRUEA” O PROGETTI SIMILI: BASTA AL SACCHEGGIO E CEMENTIFICAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO.

Nei quotidiani di questi ultimi giorni è apparsa la notizia secondo la quale la San Benedetto ha proposto di bonificare la discarica SEV dei rifiuti tossico nocivi, speciali, pericolosi e di amianto in cambio della possibilità di realizzare nuove residenze nell’attuale zona industriale, un polo logistico, nuove aziende produttive. Contestualmente è stato riportato il parere negativo a tale progetto del sindaco di Paese, Valerio Mardegan, e quello positivo dell’Assessore provinciale all’Ambiente Ubaldo Fanton. Di fronte a queste prese di posizione non smette di sorprendere la posizione della provincia di Treviso che continua a scaricare le proprie responsabilità sul bubbone della SEV. La provincia, dopo che migliaia di camion sono stati rovesciati sotto il suo naso nella discarica per soli inerti di Padernello, pari a ben 20.000 tonnellate di rifiuti tossico nocivi, pericolosi, speciali e contenenti amianto, si era illusa che il privato gestore della discarica provvedesse alla bonifica. A questo scopo la Provincia di Treviso aveva autorizzato allo stesso gestore lo smaltimento di rifiuti di amianto per finanziare le spese di bonifica dei tossici nocivi, con il risultato che oltre ai rifiuti tossici ora c’è anche una montagna di rifiuti cancerogeni di amianto. Vale la pena ricordare che il privato poi è fallito e le garanzie fidejussorie si sono volatilizzate (è fallita pure la società di cauzione che ha emesso le fidejussioni, la San Remo di Genova, dopo il trasferimento a Reggio Calabria, l’annullamento del capitale e il passaggio nelle mani di tre cittadini egiziani). Ora che un privato, la San Benedetto, si offre di bonificare la discarica, l’assessore Fanton si illude, come i suoi predecessori, aprendo le porte a questa possibilità; probabilmente spera ancora nei miracoli del privato senza preoccuparsi di quanto potrà capitare al territorio di Paese già duramente provato. Fanton dovrebbe invece provvedere immediatamente alla bonifica di questi rifiuti, utilizzando il denaro della provincia, viste le responsabilità della stessa sulla formazione di questo bubbone (la discarica era stata autorizzata dalla provincia che avrebbe dovuto anche controllarla). Invitiamo Fanton a controllare personalmente e con attenzione i documenti in suo possesso per verificare che fine abbiano fatto le fidejussioni milionarie, circa 2,5 milioni di euro, richiedendo alla Regione di intervenire nella bonifica, sempre se è ancora convinto che le fidejussioni si siano volatilizzate per colpa di un vuoto normativo regionale. Basta cemento e Piruea nel territorio di Paese, basta saccheggi di questo comune già martoriato e sfruttato dalla lobby dei cavatori e dei palazzinari, è giunta l’ora che i responsabili dei disastri ambientali di Paese vengano individuati e mandati in galera. Non possiamo che essere completamente in sintonia con il sindaco Valerio Mardegan che giustamente ha ribadito che: “Le bonifiche devono arrivare da chi ha permesso quei bubboni, non dalla svendita del territorio.”. Andrea Zanoni – presidente di Paeseambiente

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