Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) cofirma una lettera con la collega Mara Bizzotto a tre Commissari Ue per chiedere l’intervento di Bruxelles. “L’Europa deve proteggere le proprie aziende anche per tutelate i suoi lavoratori e le sue famiglie”
Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, cofirma la lettera della collega Mara Bizzotto con la quale si chiede ai Commissari Europei Tajani (Industria), Andor (Occupazione e Affari sociali) e Barnier (Mercato Interno), per chiedere di esercitare ”un’azione trasversale di lobby territoriale che permetta di portare in modo forte e unitario la questione Safilo all’attenzione della Ue”. “Le imprese europee, e in questo caso venete, devono essere protette in questo periodo di crisi nei confronti di dinamiche perverse che mettono a repentaglio sia la loro sopravvivenza che la tutela dei loro lavoratori”.
“Se vuole essere positiva interprete della modernità e contribuire alla rinascita economica del suo mercato, l’Europa deve saper offrire ai propri cittadini una nuova politica industriale basata sul rispetto dei lavoratori, sulla lotta alle distorsioni del mercato, quali la delocalizzazione selvaggia, sulla protezione dell’impresa, della produzione e del made in”, si legge nella lettera.
Safilo ha infatti annunciato di avere identificato 1000 esuberi sui siti italiani derivanti dal mancato rinnovo della licenza Armani. “Stiamo parlando di 1000 persone e quindi all’incirca altrettante famiglie – attacca Zanoni – Non possiamo permettere che il destino dei nostri concittadini sia legato alle quotazioni in borsa e agli investimenti di un’azienda”.
“L’Europa può e deve dare risposte concrete – attacca Zanoni – Di fronte all’impotenza dei singoli Stati membri nel gestire un fenomeno come quello dell’attuale crisi globale, è necessario dare una risposta europea”. Secondo Zanoni “Occorre stabilire a livello Ue norme rigorose, improntate alla difesa del proprio territorio e tessuto imprenditoriale che crea ricchezza e disincentivare pratiche manageriali che seguendo una logica speculativa di mero e cinico profitto”.
Nei mesi scorsi, l’Eurodeputato si era battuto in Europa anche sul caso dei 90 lavoratori italiani della DITEC a Quarto d’Altino (Venezia) in procinto di essere licenziati in seguito alla delocalizzazione annunciata dall’azienda.
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