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IL CONSIGLIO DI STATO RINVIA PER LA TERZA VOLTA LA DECISIONE SUI DUE RICORSI CONTRO LA DISCARICA DI RIFIUTI DI AMIANTO LA TERRA DI PAESE. PAESEAMBIENTE INVITA IL COMUNE A SOLLECITARE I PROPRI LEGALI, AFFINCHE’ LA QUESTIONE NON VADA ALLE CALENDE GRECHE, FAVORENDO COSI’ I TITOLARI DELLA DISCARICA.

Dopo mesi di attesa, dopo ben due rinvii del 14 febbraio 2006 e del 9 giugno 2006, il Consiglio di Stato venerdì 23 giugno 2006 doveva tenere l’udienza relativa ai due ricorsi in appello, relativi alla discarica di rifiuti di amianto La Terra di Paese (TV); purtroppo in quella data è stato incredibilmente deciso che l’udienza verrà spostata a data da destinarsi e comunque entro la fine di novembre. Paeseambiente aveva già sentito puzza di bruciato visto che nel collegio dei giudici del 23 giugno scorso c’erano state due grosse novità, relative alla sostituzione sia del presidente che precedentemente doveva essere il Dott. Agostino Elefante sia del relatore Dott. Goffredo Zaccardi con il presidente Dott. Sergio Santoro e il relatore Dott. Aldo Fera. Paeseambiente invita il Comune di Paese a pretendere dai propri legali la fine di questo balletto di ingiustificati rinvii, evitando di ottenere la decisione alle Calende greche. L’esito del ricorso, anche se la discarica è chiusa dall’1 marzo 2006, grazie all’entrata in vigore della legge 23 febbraio 2006, n. 51, sarà importantissimo per due aspetti: il primo riguarda la bonifica dei 100.000 metri cubi di amianto giunti in discarica tra il 2005 ed il 2006, il secondo per gli eventuali sviluppi futuri che potrebbero vedere rimessa in discussione la chiusura della discarica. Andrea Zanoni presidente del gruppo Paeseambiente ha dichiarato: Questo ennesimo rinvio non può significare nulla di buono, spero che il Comune da oggi in poi sia più incisivo con i propri legali perché è giunta l’ora che facciano valere il sacrosanto diritto di avere giustizia su questa scottante e delicata questione. Mi pare che qui si stia subendo rinvio su rinvio, non possiamo più permetterci di dormire sugli allori, perché il tempo gioca solo a favore dei titolari della discarica, la scadenza di fine novembre deve essere perentoria, altrimenti rischiamo di diventare una barzelletta. Raffaele Ruggero, vicepresidente di Paeseambiente ha aggiunto: Questo allungarsi dei tempi decisionali, che ormai vanno alle Calende greche e le sostituzioni del presidente e del relatore del collegio giudicante, comporta il rischio di perdere il filo logico del contendere, non si capisce perché i giudici del Consiglio di Stato continuino a prendere tempo. Vogliamo la sentenza perché solo con questa possiamo sperare di vedere partire la richiesta di bonifica dei 100.000 metri cubi di materiale cancerogeno che grazie a questi rinvii si sta allontanando sempre di più.

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