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IL PIANO CAVE (PRAC) APPROVATO MARTEDI’ 21 OTTOBRE DALLA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO CONDANNA IRRIMEDIABILMENTE LA PROVINCIA DI TREVISO, DOVE SI SCAVERA’ IL 50% DELLA GHIAIA ESTRATTA IN TUTTO VENETO. QUESTO È IL PIANO VOLUTO DAI CAVATORI, FATTO A VANTAGGIO DEI CAVATORI E ALLE SPESE DEL TERRITORIO E DEI CITTADINI E RAPPRESENTA UNA SERIA MINACCIA PER LA RISORSA ACQUA POTABILE. PAESEAMBIENTE AI SINDACI: BASTA LAMENTELE ORA PENSATE AL RICORSO AL TAR CONTRO IL PRAC E AD OGNI ALTRA INIZIATIVA UTILE AD AFFOSSARLO.

Con il PRAC – Piano Regionale di Attività di Cava approvato lo scorso 21 ottobre 2008 dalla Giunta Regionale del Veneto vengono stabiliti i quantitativi di ghiaia e sabbia estraibili annualmente per i prossimi dieci anni. Il PRAC precedentemente adottato il 23 ottobre 2003, è stato approvato il 21 ottobre scorso dopo l’esame di circa 350 osservazioni, ora passerà alle commissioni consigliari di Palazzo Ferro Fini e poi al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Il PRAC riguarda le province di Treviso, Verona, Vicenza e Padova, salve invece le province di Venezia, Rovigo e Belluno. Il PRAC stabilisce un quantitativo annuo di materiale estraibile pari a 13.650.000 mc, suddivisi così: Treviso 6.825.000 mc (il 50% del totale!!!), Verona 4.095.000 (30%), Vicenza 2.320.500 mc (17%) e Padova 409.500 mc (3%). Il PRAC suddivide il territorio della provincia di Treviso in quattro “Insiemi Estrattivi” così suddivisi:
1) Insieme estrattivo 1 composto da 4 comuni: Cordignano, Orsago e Godega di Sant’Urbano con una superficie di 820 ettari;
2) Insieme Estrattivo 2 composto da 4 comuni: Vazzola, Mareno, Santa Lucia e Cimadolmo per 1.150 ettari;
3) Insieme estrattivo 3 composto da 16 comuni: Nervesa della Battaglia, Spresiano, Arcade, Giavera, Povegliano, Volpago, Ponzano, Villorba, Trevignano, Montebelluna, Altivole, Paese, Quinto, Istrana, Morgano e Vedelago per ben 22.300 ettari;
4) Insieme Estrattivo 4 composto da 2 comuni: Castello di Godego e Loria per 855 ettari.
Considerati i numeri del PRAC risulta evidente che la provincia che maggiormente viene sacrificata alla lobby dei cavatori è quella di Treviso dalla quale finora sono stati estratti il 79,71% dei materiali complessivi in tutta la regione per un totale di ben 82 milioni di metri cubi. Di questi 82 milioni, ben 33 sono stati estratti a Paese, che a livello provinciale ha dato il 34,6% del materiale estratto, mentre a livello regionale il 17,2%, con un territorio agricolo scavato per il 13% ovvero ben oltre il limite del 3% previsto dalla L.R.44/82. Naturalmente non viene previsto alcun incentivo e sostegno al recupero dei materiali inerti che potrebbero coprire il 70% del fabbisogno di ghiaia ma che andrebbero a sottrarre ingenti guadagni ai cavatori. Questo è il piano della lobby dei cavatori che qui in Veneto è potente quanto quella dei petrolieri in Texas, ovvero dettano legge – ha commentato Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente, che ha aggiunto – questa è una pianificazione che va a vantaggio dei conti in banca dei cavatori gravando sul territorio di tutti i cittadini. La volontà dell’assessore Chisso di ampliare le cave esistenti pone seri rischi anche per la risorsa acqua perché implicitamente concede gli ampliamenti in profondità con la possibilità di scavare sottofalda e di far mettere così in comunicazione fra loro le falde superficiali più inquinate con quelle più profonde, utilizzate anche per l’estrazione di acqua ad uso potabile. Per accontentare i cavatori la regione giocoforza dovrà modificare anche la legge 44 del 1982, ovvero, per dare il via libera ai cavatori, dovrà eliminare l’unico paletto che in qualche zona ancora li fermava: il limite del 3% scavabile della superficie agricola totale di un singolo comune. Senza questa modifica di legge il PRAC potrebbe essere impugnato al TAR del Veneto per palese violazione dell’articolo 13 della legge 44 dell’82. Mi auguro che i 26 sindaci della provincia di Treviso dei comuni interessati dalla scure della regione, magari assieme a quelli dei comuni interessati delle province di Vicenza, Verona e Padova, si coalizzino presto impugnando al TAR il PRAC e studiando tutte le strategie possibili per affossarlo definitivamente ancor prima che arrivi in consiglio regionale.

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