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IL TAR DEL VENETO ACCOGLIE IL RICORSO DELLA PADANA DANDO IL VIA LIBERA ALLA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO AGRICOLO DEL TROIAN. PAESEAMBIENTE ACCUSA L’ATTUALE CLASSE POLITICA REGIONALE: “SONO FOSSILI DA SPAZZARE VIA AL PIU’ PRESTO PERCHE’ CON LE LORO LEGGI CONDANNANO QUEL POCO DI TERRITORIO RIMASTO”.

Con sentenze n. 2143/2007 e 2144/2007 del ’06/27/2007, la seconda sezione del TAR del Veneto, costituita dal presidente Umberto Zuballi, dal consigliere Claudio Rovis e dal consigliere relatore Riccardo Savoia, ha accolto il ricorso della Gruppo Padana Ortofloricoltura dei fratelli Gazzola, rappresentata e difesa dagli avv. Antonio Munari, Mauro Bonato e Michele Pedoja, contro i provvedimenti del comune di Paese, rappresentato e difeso dagli avv. Antonio d’Alesio e Mauro Ferruzzi, con i quali aveva ordinato all’azienda di non edificare determinate serre nell’area rurale del Troian, nel comune di Paese. Nel ricorso si erano costituiti anche i cittadini di Paese Scattolin Maria, Nasato Virginio, Berlese Angela, De Marchi Renzo, De Marchi Marisa, De Rossi Marta, D’Agostini Andrea, Celeghin Giada, Martinelli Mario, Egidi Biancamaria, Lorenzetto Lorenzo, Ceparano Mariolina, Zappaterra Andrea, Piccin Denise, Isdraele Isacco, Bianchi Carlo e Bianchi Chiara, rappresentati e difesi dagli avv. Alberto Borella, Francesca Francescutti e Franco Stivanello Gussoni. Nella sentenza si legge testualmente che “il Comune dovrà esaminare la domanda ammettendo esclusivamente per la destinazione a copertura e forzatura di colture la realizzazione libera”; pare quindi che l’interpretazione del TAR, che fa riferimento alla legge sull’urbanistica n.11 del 2004, dia il via libera proprio al tipo di serre per la “copertura e forzatura”, ovvero proprio a quelle munite di ventilatori per il controllo del microclima che stanno fagocitando l’area rurale del Troian dopo averla spogliata della parte di terreno coltivabile superficiale. Ora per far maggior chiarezza si attendono i commenti e le valutazioni dei legali sia del comune che dei diciassette cittadini che si sono costituiti nel procedimento amministrativo. Non va dimenticato che sia il presidente, che il consigliere relatore che hanno pronunciato le due sentenze fotocopia, sono gli stessi che con sentenza n. 2671 del 2005 avevano dichiarato legittima l’autorizzazione della provincia di Treviso per la discarica di amianto di Castagnole “La Terra”, sentenza poi annullata e capovolta dai giudici romani del Consiglio di Stato. L’unica speranza per i cittadini ed il comune ora pare resti il ricorso in appello al Consiglio di Stato, che potrebbe ribaltare il giudizio dei giudici veneti. Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha così commentato l’esito dei due ricorsi, il n.2144/2007 ed il nr. 2143/2007: Se i giudici del TAR hanno interpretato correttamente la legge, ciò significa che l’attuale classe politica ovvero i nostri legislatori regionali sono i più inadeguati che possiamo avere per i nostri tempi, autentici fossili viventi lontani anni luce dalle istanze dei cittadini che vorrebbero salvaguardare quel po’ di territorio ed ambiente che ci è rimasto, cioè, fermare la “macchia lebbrosa che distrugge il territorio” così recentemente definita dal poeta Andrea Zanzotto. Questa classe di politici e politicanti, che approva leggi e leggine fatte solo a misura delle lobby più potenti ed influenti, dovrebbe essere spazzata via al più presto prima che il territorio della nostra regione venga ulteriormente massacrato ed inquinato da cave, discariche, inceneritori e serre.

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