ANDREA

ZANONI

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NONOSTANTE LO SCEMPIO AMBIENTALE DI QUESTA ESTATE, LA PADANA DI PAESE (TV) VUOLE COSTRUIRE ALTRI 62.000 METRI QUADRI DI SERRE. IL COMUNE EMETTE UN’ORDINANZA E BLOCCA LA NUOVA DISTRUZIONE DI TERRENI AGRICOLI.

Il Gruppo Padana, l’azienda orto-floro-vivaistica di Paese (TV), dimostrandosi totalmente insensibile alle istanze di oltre 2.100 cittadini di Paese, che hanno chiesto una maggior tutela dell’area rurale del Troian, con un blitz, il 21 ottobre ha comunicato al Comune la partenza dei lavori per la costruzione di nuovi 47.000 metri quadri di serre e 15.000 metri quadri di vivaio scoperto fuori terra; un totale di altri 62.000 metri quadri di terreno agricolo da distruggere per sempre. I nuovi lavori assumerebbero, per la già deturpata area rurale del Troian, una dimensione quasi apocalittica, perché aumenterebbero la superficie delle serre di circa il 70%, quasi un raddoppio dell’esistente. Fortunatamente per l’ambiente, per la campagna del Troian e per la salute di tutti i cittadini, il sindaco di Paese, Valerio Mardegan, il 26 ottobre scorso ha emesso un’ordinanza per bloccare questo ulteriore scempio del territorio agricolo del Troian. Nell’ordinanza sindacale viene rilevato che in seguito ad approfondite indagini effettuate da un legale e da un agronomo, che ha presentato uno studio denominato “Rilievo dello stato dei luoghi e valutazione tecnico agronomica aziendale”, è emerso che, in relazione alla tipologia di serre dell’azienda, quasi tutti i manufatti sono stati individuati quali “opere murarie fuori terra” e quindi da assoggettare alla disciplina edilizia della DIA (Dichiarazione di Inizio Attività), anziché alla legge 19 del 1999, che prevede una semplice comunicazione. Detta procedura della Dia però ad oggi non sarebbe più praticabile perché la normativa di riferimento risulterebbe scaduta. Pensavamo che l’azienda, considerata la mobilitazione popolare che ha visto 2.100 cittadini firmare una petizione per salvare il Troian e considerata la costruzione delle nuove serre di quest’estate, con responsabilità ed intelligenza avesse messo da parte nuove mire espansionistiche. Evidentemente ci sbagliavamo visto che questi signori, noncuranti della volontà popolare e dell’esigenza crescente di tutela del territorio e della salute, perseverano nella loro strada di distruzione dei terreni agricoli del Troian, costruendo altri 62.000 metri quadri di serre che quasi raddoppiano l’esistente. Se, come ha scritto il sindaco, la presentazione dei progetti non è avvenuta a norma, a questo punto chiediamo che l’azienda venga sanzionata a norma di legge per i lavori effettuati nella trascorsa estate e che vengano demoliti tutti i lavori realizzati in difformità dalla legge, evitando ogni tipo di sanatoria. Chiediamo altresì che vengano individuate eventuali conseguenti responsabilità a carico dei responsabili degli uffici tecnici comunali e della precedente amministrazione, per non aver fatto rispettare le leggi soprassedendo su una situazione, che da quanto risulta dall’ordinanza sindacale, era fuori norma. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha dichiarato: Se a sbagliare fosse stato il singolo cittadino, sono sicuro che sarebbero arrivati subito i vigili e i tecnici comunali e le relative multe e ordinanze di demolizione. La legge è uguale per tutti e pertanto chiediamo, anche a nome di 2.100 cittadini, di applicare la legge fino in fondo, evitando di parlare di sanatorie, visto che queste, alla fine, premiano i potenti a spese di tutta la collettività. I titolari della Padana sono addirittura arrivati a chiedere copia dei moduli della petizione con i nominativi dei firmatari, ma che uso vorrebbero farne? Chi vogliono intimorire? In merito a detta richiesta, il Comune ci ha scritto che alla Padana ha giustamente risposto ‘picche’. Paeseambiente, vista l’arroganza messa in campo, da ora in poi non avrà alcuna remora e procederà a 360 gradi percorrendo tutte le strade legali possibili, affinché tutte le leggi vengano rispettate, pretendendo da tutti gli enti coinvolti un’azione puntuale ed incisiva per garantire trasparenza e legalità.

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