ANDREA

ZANONI

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OGGI È PARTITA UNA RICHIESTA FORMALE INDIRIZZATA AI MINISTRI DELL’AMBIENTE E SALUTE, AL PRESIDENTE DELLA REGIONE E PROVINCIA, AL PREFETTO, AL DIRETTORE DELL’ARPAV REGIONALE E PROVINCIALE, AI 44 SINDACI DEI TERRITORI CONTAMINATI, AI DIRETTORI DELLE TRE USLL COINVOLTE, AL COMANDANTE DEI VVF RELATIVA A PROVVEDIMENTI URGENTI IN MERITO AL DISASTRO AMBIENTALE DELLA DE LONGHI.

Paeseambiente, Grillitreviso e associazione Alisei di Silea oggi hanno trasmesso una lettera formale al Ministro dell’Ambiente Pecoraio Scanio, al Ministro della Salute Livia Turco, al Governatore Giancarlo Galan, al Prefetto Capocelli, al direttore regionale dell’ARPAV Drago, a quello provinciale Tomiato, al direttore ARPAV di Venezia Biancotto, al presidente della provincia Muraro, al sindaco di Treviso Gobbo, ai Direttori delle ULSS 9, 7 ed 8 Dario, Del Favero e Redigolo, ai quarantaquattro sindaci dei comuni potenzialmente interessati dalla contaminazione ed al comandante dei vigili del Fuoco Barberi, con la quale vengono formulate precise e puntuali richieste in merito al caso del disastro della De Longhi. Le richieste sono mirate ad ottenere tutti quei dati utili a definire in modo coretto ed esaustivo l’entità geografica e demografica coinvolta dalla nube tossica sprigionatasi dall’incendio del 18 aprile scorso, per poi adottare tutti i provvedimenti necessari per salvaguardare la salute e l’ambiente. Tralasciando ulteriori ed improduttive polemiche sulle gravi colpe della mala gestione del post evento, le associazioni hanno avanzato le seguenti richieste:
1) determinare l’area della provincia interessata dalla ricaduta delle sostante tossico nocive;
2) avviare un tavolo tecnico di intervento;
3) istituire un ufficio informazioni facilmente accessibile per tutti i cittadini;
4) emanare un’ordinanza di divieto di consumo e commercio di ortaggi inquinati;
5) controllare la rimozione delle macerie per evitare l’aerodispersione di fibre altamente e gravemente cancerogene quali l’asbesto (amianto) e il percolamento di inquinanti in falda;
6) censire la popolazione oggetto di contatto con i gas tossici;
7) effettuazione di un monitoraggio completo del territorio interessato tramite prelievi ed analisi con particolare riferimento a: polveri, terreni, acque, vegetali in modo da ottenere una caratterizzazione di tutta l’area;
8) controllare le acque con particolare riferimento alle prese del Sile per la potabilizzazione dell’acqua;
9) effettuare un monitoraggio sanitario delle popolazioni esposte, con prelievi ed analisi a campione;
10) definire le procedure di risarcimento dei danni subiti dalla popolazione;
11) monitorare le aziende agricole coinvolte produttrici di verdure, a cielo aperto od in serra, destinate al quotidiano consumo umano.
Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente ha dichiarato: Invece di adottare dei precisi ed oculati piani di monitoraggio del fenomeno di contaminazione dei nostri territori e dei cittadini, pare che i maggiori enti pubblici coinvolti dal disastro della De Longhi passino il loro tempo ad accusare questo o quell’altro di procurato allarme, diffusione di dati non corretti, di problema gestito male e così via. Intanto il tempo passa e la gente continua a rimanere all’oscuro della reale entità del fenomeno e delle conseguenze che ci saranno per il nostro territorio ed ambiente e per la nostra salute. Con questa lettera cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo affinché, chi di dovere, prenda le dovute misure precauzionali o al limite ci venga a raccontare il perché non avrà attuato quanto da noi legittimamente richiesto. Quello che ci preoccupa – ha dichiarato Maurizio Pamio dei Grillitreviso – è il balletto dei dati sugli inquinanti, i monitoraggi effettuati in maniera molto limitata e soprattutto tutti quei monitoraggi ambientali non ancora effettuati, ad esempio nessuno parla delle dannosissime nanopolveri sprigionate e diffuse ovunque da questo incendio.

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