ANDREA

ZANONI

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POLVERI SOTTILI (PM10) ALLE STELLE: IN UN ANNO A TREVISO SUPERATO PER BEN 99 VOLTE IL LIMITE DI LEGGE DEI 50 MICROGRAMMI PER METROCUBO DI PM10. LE ISTITUZIONI DI FRONTE A QUESTA EMERGENZA SANITARIA NON FANNO NULLA E INTANTO I CASI DI MORTI PER CANCRO AUMENTANO CONSIDEREVOLMENTE DI ANNO IN ANNO. I RESPONSABILI DOVREBBERO DIMETTERSI OPPURE DOVREBBERO RISPONDERE CIVILMENTE E PENALMENTE PER I MALATI ED I MORTI CAUSATI DALL’INQUINAMENTO.

A Treviso quest’anno la centralina dell’ARPAV ha registrato dall’1 gennaio 2007 ben 99 sforamenti del limite di legge fissato a 50 ug/mc (microgrammi a metro cubo) di PM10, le polveri sottili, avvicinandosi sempre di più a quota 100 sforamenti che molto probabilmente verrà raggiunta in questa coda del 2007. Treviso, e pressoché quasi tutto il territorio della Marca, è da tempo fuori legge, perché ha superato il tetto delle 35 giornate di sforamento del limite dei 50 ug/mc delle PM10: già lo scorso 19 febbraio, infatti, era stato raggiunto il trentacinquesimo sforamento del 2007. Come se ciò non bastasse, a Treviso sono state registrate diverse giornate che hanno visto anche il superamento del secondo livello, ben più grave, dei 100 ug/mc di PM10 nell’aria, arrivando addirittura a quota 160 ug/mc. La seconda soglia di pericolo, quella ben più grave dei 100 ug/mc è stata addirittura superata per ben quattro volte nei giorni scorsi, ovvero nel periodo che va dal 19 al 24 dicembre. E pensare che le ben più pericolose e subdole PM 2,5 e PM 0,1 non vengono nemmeno monitorate dalle centraline dell’ARPAV. Secondo un recente studio realizzato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e dall’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (APAT), sono circa 9.000 i morti per inquinamento atmosferico nelle grandi città italiane ogni anno. Secondo il rapporto, l’impatto della mortalità per gli effetti cronici oltre i 20 ug/mc di PM10, è individuabile nel cancro al polmone (742 casi l’anno), nell’infarto (2.562) e nell’ictus (329). A livello europeo, secondo l’OMS, abbassare la soglia di PM10 può ridurre i decessi fino al 15% l’anno nelle città inquinate; inoltre, a causa dell’inquinamento da PM10, ogni cittadino dell’Unione Europea arriva a perdere in media fino a quasi 9 mesi di vita. Va aggiunto che la nostra provincia purtroppo è nota anche per l’aumento dei casi di morti per cancro negli ultimi anni, casi dovuti sicuramente anche ad un ambiente sempre più inquinato. Una pubblicazione del 2005 della Regione Veneto riporta che in provincia di Treviso i morti complessivi da cancro nel 2001 sono stati ben 2.269; recentemente i media locali hanno riportato che i casi di morti per cancro hanno raggiunto addirittura quota 4.500 l’anno, con un incremento quindi dei morti, in soli 5 anni, pari al 100 %. La conferma che l’inquinamento atmosferico è pericoloso per la salute arriva anche dalla stessa USL che per bocca del dott. Giovanni Moro, direttore del Servizio di prevenzione igiene e salute negli ambienti di lavoro (Spisal) dell’Usl 7, esperto degli effetti prodotti dall’inquinamento atmosferico, ci ha fatto sapere tramite la carta stampata che respirare l’aria di un incrocio trafficato è come fumare tre sigarette all’ora; tutti noi sappiamo che nelle confezioni delle sigarette viene riportata la frase “il fumo provoca il cancro”. La causa principale di questo inquinamento è il numero di veicoli che circolano nella nostra provincia e la mancanza di efficaci politiche dei trasporti, muoversi con i mezzi pubblici nella Marca è quasi impossibile: i treni funzionano male, stessa cosa vale per i collegamenti degli autobus, inoltre non esistono incentivi per le biciclette mentre le piste ciclabili scarseggiano ovunque. Tutto ciò accade in una regione dove il Piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera continua a non dare nessun risultato positivo e dove le istituzioni non hanno attuato alcun intervento strutturale per porre fine a questo avvelenamento illegale dei cittadini. Le autorità che hanno il potere e il dovere di intervenire, soprattutto dopo il 35° sforamento di legge, sembrano anestetizzate. Il ripetersi del superamento dei valori limite di qualità dell’aria dimostra inoltre che i timidi interventi attuati dalle amministrazioni regionale e locali per il risanamento dell’inquinamento atmosferico si sono rivelati fino ad oggi inefficaci ed inefficienti. Mi chiedo quindi che cosa stiano facendo i vari assessorati regionali e provinciali all’ambiente e alla salute, dato che noi cittadini nei fatti siamo condannati a respirare aria sempre più avvelenata, rischiando giorno dopo giorno di ammalarci e magari di contrarre qualcosa di incurabile. Se questi signori non sono in grado di affrontare il problema e di ridimensionarlo ne prendano atto ed abbiano la decenza di dimettersi perché con la salute dei cittadini non si può e non si deve scherzare. Se invece vogliono restare incollati alle loro poltrone continuando ad assistere impassibili all’avvelenamento dei loro cittadini, magari confidando sul vento e sulla pioggia, allora sarebbe giusto e sacrosanto che cominciassero a rispondere civilmente e penalmente per tutti gli ammalati ed i morti dovuti a questo inquinamento fuorilegge. Speriamo che su questo fronte la magistratura faccia presto il suo dovere e la Commissione Europea intervenga in maniera più incisiva e determinata. Andrea Zanoni, Presidente di Paeseambiente

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