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REPLICA DI ANDREA ZANONI, PRESIDENTE DI PAESEAMBIENTE, ALLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE FULVIO PETTENA’. LA DISCARICA DI AMIANTO DI PAESE DEVE ESSERE CHIUSA INDIPENDENTEMENTE DAGLI ESITI DELLE ANALISI.

In data 23 luglio il presidente del consiglio provinciale Fulvio Pettena’, in merito alle nostre dichiarazioni sui rilievi dell’ARPAV sulla discarica di amianto di Paese, ha dichiarato alla stampa: “E’ un segnale preoccupante che si mettano in dubbio le analisi eseguite da un ente come l’ARPAV” e ancora: “Se si ragiona in questo modo si va verso l’anarchia”. Da parte nostra non ci resta che ribadire e confermare che l’autorevolezza e la serietà dell’ARPAV non sono mai state messe in discussione. Evidentemente il presidente Fulvio Pettena’ ha letto con poca attenzione le nostre affermazioni; noi, non solo non abbiamo messo in discussione l’analisi effettuata, che dava zero fibre, ma abbiamo auspicato, dato che stiamo parlando di un materiale cancerogeno, che ne venga fatta una ogni giorno, come avviene con le acque degli acquedotti. Inoltre, dimostrando fiducia nell’ARPAV, abbiamo chiesto al presidente vicario Leonardo Muraro di pubblicare i risultati di analisi effettuati sempre dall’ARPAV, relativi alla seconda discarica di amianto di Paese, la SEV di via Veccelli di Padernello di Paese, attualmente chiusa anche se mantiene tutto il suo carico di materiale cancerogeno stoccato in maniera quanto meno discutibile. Ricordo a Pettena’ che la discarica della SEV si trova ai confini con il comune di Quinto e che le fibre vengono facilmente disperse dal vento in tutte le direzioni, quindi spero che almeno lui, dato che risiede a Quinto, si impegni a rendere note le analisi effettuate dall’ARPAV negli ultimi sei mesi. In merito alla Discarica “la Terra” voglio comunque precisare e ribadire che il nostro obiettivo resta e sarà sempre la chiusura della discarica, indipendentemente da quelli che sono gli esiti del monitoraggio di fibre disperse nell’aria. A noi cittadini di Paese l’esperienza ha insegnato che i grossi disastri causati dalle discariche si sono verificati sempre dopo 2/3 anni di esercizio. Ad esempio, solo dopo alcuni anni di esercizio, la discarica “Tiretta” di Padernello ha inquinato le falde con un derivato del pericoloso bromacile; inoltre, questa sostanza tossica, dopo alcuni anni, trascinata dalle falde acquifere, ha contaminato le acque dei pozzi di molti cittadini di Quinto, che si sono dovuti poi arrangiare con le autobotti. Tutto ciò è dettagliatamente documentato da un autorevole studio dell’Arpav di Treviso. Pettena’ questo lo dovrebbe sapere a menadito visto che, oltre ad essere il presidente del consiglio provinciale, è pure un cittadino di Quinto e l’ex presidente del Parco del Sile. Comunque non capisco come un presidente di un consiglio provinciale trovi il tempo di lanciare accuse infondate, ma non lo trovi invece per occuparsi di dati che interessano la salute dei cittadini e un bene prezioso e primario come l’acqua potabile. Spero che Pettena’, invece di lanciare accuse infondate, si rimbocchi le maniche e agisca in modo tale da informare i cittadini sulle analisi ARPAV relative alle fibre di amianto della discarica di Padernello, della SEV, e si impegni affinchè le discariche di Paese , che inquinano da anni le falde acquifere, vengano finalmente tutte bonificate anche con l’aiuto della provincia, mettendo finalmente fine ad una reale situazione di anarchia, dove non è mai stato ottemperato a quanto previsto dal decreto 471/99 sui siti inquinati, a causa di mancanza di fondi.

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