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Resistenza antimicrobica, usare gli antibiotici in modo sostenibile

Il Parlamento europeo vota una relazione che chiede un’azione urgente per contrastare i batteri resistenti agli antibiotici. Andrea Zanoni (IdV): “Evitare l’abuso nella medicina umana e negli allevamenti. Ogni anno le vittime in Europa sono 25mila”.

 

Dobbiamo promuovere un uso sostenibile degli antibiotici sia nella medicina umana che veterinaria se vogliamo arrestare il preoccupante effetto della resistenza antimicrobica”. E’ il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, a margine dell’approvazione oggi a Strasburgo della relazione dell’eurodeputata Anna Rosbach, danese e conservatrice “sul piano d’azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica” (588 voti favorevoli, 16 voti contrari e 23 astensioni).

 
Zanoni: “I batteri resistenti agli antibiotici causano 25.000 decessi l’anno in Europa e oltre che più di 2,5 milioni di giorni di ospedalizzazione supplementari. Dobbiamo assolutamente razionalizzare l’uso di questi medicinali oggi spesso fuori controllo e non vogliamo tornare all’era pre-antibiotica”.

 
L’eurodeputato aggiunge che “con il voto di oggi chiediamo un’azione europea urgente per fronteggiare i batteri resistenti agli antimicrobici, sviluppando nuovi agenti, utilizzando meglio quelli esistenti nella medicina umana e veterinaria, nell’agricoltura e nell’acquacoltura”. Come si fa ad evitare l’uso eccessivo di antimicrobici? “Per quanto riguarda la medicina umana, tali farmaci non dovrebbero essere disponibili senza prescrizione. Nel loro utilizzo veterinario, bisognerebbe mirare soprattutto alla prevenzione delle infezioni attraverso un miglioramento delle condizioni d’igiene, soprattutto nelle strutture sanitarie, e dell’allevamento in generale. La possibilità di prescrivere antimicrobici per gli animali dovrà essere ristretta ai soli veterinari professionalmente qualificati”.

BACKGROUND

 
Cos’è la resistenza antimicrobica? Si tratta della capacità di un microrganismo di sopravvivere e proliferare in presenza di un antimicrobico a un dosaggio generalmente sufficiente a inibire o a uccidere microrganismi della medesima specie. Di conseguenza, i microrganismi possono sviluppare una marcata resistenza nei confronti di determinati agenti antimicrobici verso cui, di norma, sono sensibili. L’evoluzione e l’adattamento dei microrganismi patogeni hanno causato, dopo ottant’anni di impiego diffuso, la perdita di efficacia di numerosi antimicrobici. Questa crisi emergente è dovuta a due fattori fondamentali e correlati: l’utilizzo improprio degli antimicrobici nella medicina umana e veterinaria e il ritardo quarantennale in materia di innovazione nella messa a punto di nuovi antimicrobici a causa dell’esiguità degli utili sul capitale investito nel settore R&S.

 
I batteri resistenti agli antibiotici causano 25.000 decessi l’anno in Europa. (Paesi Ue, Islanda e Norvegia) oltre che più di 2,5 milioni di giorni di ospedalizzazione supplementari. L’elenco delle infezioni multiresistenti è lungo e include le infezioni del tratto urinario, la polmonite e la tubercolosi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si registrano almeno 440mila casi di tubercolosi multifarmacoresistente in tutto il mondo, con oltre 150mila decessi ogni anno.

 

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