ANDREA

ZANONI

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SECONDO IL TAR DEL VENETO LA PROVINCIA DI TREVISO HA FATTO BENE AD APRIRE LA PIU’ GRANDE DISCARICA DI AMIANTO D’EUROPA TRA LE CASE DEI CITTADINI DI PAESE. LA BATTAGLIA LEGALE NON FINISCE QUI, BISOGNA RICORRERE IN APPELLO AL CONSIGLIO DI STATO. FALZE’ DI SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA E CUROGNA DI PEDEROBBA A RISCHIO DI NUOVE DISCARICHE DI AMIANTO.

Il TAR del Veneto, con sentenza n. 2671 pubblicata oggi 27 giugno 2005, ha respinto il ricorso del comune di Paese contro il decreto n. 843 del 21 ottobre 2004 della provincia di Treviso con il quale era stata autorizzata la più grande discarica di amianto d’Europa in quel di Paese, della ditta Terra di proprietà dei Mosole. Contro questa discarica, Paeseambiente lo scorso mese di dicembre aveva presentato una petizione sottoscritta da 2.055 cittadini, per chiederne il blocco, il 17 febbraio scorso aveva organizzato una manifestazione al TAR in occasione dell’udienza pubblica, il 19 marzo aveva organizzato una manifestazione a Paese con circa 500 persone, a maggio ha organizzato due conferenze pubbliche sull’amianto, il 15 giugno scorso ha organizzato una manifestazione al TAR del Veneto con oltre 60 persone. Ora dopo la notizia arrivata dal TAR del Veneto, Paeseambiente e il Comitato dei cittadini, si adopereranno per continuare questa battaglia di civiltà contro l’arroganza della provincia di Treviso, che ha approvato questa discarica, fiduciosi nel Consiglio di Stato, che dovrà esaminare il ricorso in appello annunciato più volte e in più sedi dal sindaco del comune di Paese Valerio Mardegan. Nessuno a Paese crede che non ci saranno proroghe alla prima scadenza dell’autorizzazione della discarica prevista per il 17 luglio prossimo, la discarica, infatti, è stata autorizzata per ben 460.000 metri cubi per riempire i quali ci vorrà una decina di anni. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha così commentato il responso del TAR: Non ho ancora letto le motivazioni della sentenza, ma poco importa, l’importante è che ora il comune di Paese proceda, come più volte annunciato, a depositare tramite il proprio legale il ricorso in appello al Consiglio di Stato. Muraro, presidente vicario della provincia, che in questi giorni ha tentato a più riprese di mascherare la gravissima responsabilità della provincia per l’apertura di questa discarica di cancerogeni, tirando in ballo persino Bruxelles, dovrebbe stare attento a non cantar troppo presto vittoria perché i precedenti non gli sono favorevoli. Voglio ricordare che il 16 luglio 2003 la provincia di Treviso aveva autorizzato la caccia di selezione ai cuccioli di capriolo, successivamente in seguito ad un ricorso della LAC (Lega Abolizione Caccia), il TAR del Veneto con sentenza n.5214 dell’8 ottobre del 2003 diede ragione alla Provincia, ma attenzione, in seguito al ricorso in appello il Consiglio di Stato il 25 novembre 2003, ribaltando la decisione del TAR, aveva prima ordinato la sospensiva e poi con sentenza n. 7491 del 16 novembre 2004 aveva definitivamente decretato l’illegalità di questo tipo di caccia. Per me non si tratta di una sorpresa, ma di una conferma. Io non ho mai avuto fiducia su questa sentenza per una lunga serie di motivi, ho invece molta fiducia sui giudici del Consiglio di Stato. L’esito di questa sentenza mi preoccupa molto per due cose. La prima perché a Paese continueranno ad arrivare ingenti carichi di cancerogeno ancora per molto tempo e sino al responso del Consiglio di Stato. La seconda perché i cittadini di Falzè di Sernaglia della Battaglia e di Curogna di Pederobba ora, in seguito ai ricorsi dei fratelli Girotto e della Cedes Srl, che si erano viste negare l’apertura di discariche di amianto dalla provincia di Treviso, che evidentemente aveva utilizzato due pesi e due misure dicendo si all’amianto a Paese e no a Falzè e Curogna, ora non possono che aspettarsi il via libera del TAR alle due discariche di cancerogeno; il prossimo 7 luglio al TAR ci sarà già la prima udienza del ricorso dei fratelli Girotto.

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