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UNA LEGGE CHIUDE LA DISCARICA DI AMIANTO “LA TERRA” DOPO UN ANNO DI BALLETTI CON CHIUSURE E RIAPERTURE: SARA’ LA VOLTA BUONA? INTANTO A PAESE SONO ARRIVATI CIRCA 100.000 METRI CUBI DI MATERIALE CANCEROGENO. DOMANI IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ SE L’AUTORIZZAZIONE DELLA PROVINCIA DI TREVISO DELL’OTTOBRE DEL 2004 ERA LEGITTIMA O MENO.

Sembra che per vedere approvata una legge per la chiusura della discarica di rifiuti di amianto “La Terra” di Castagnole di Paese ci volessero le elezioni politiche e la relativa campagna elettorale. La storia della discarica “La Terra” è quanto meno curiosa e simile ad un balletto di chiusure e riaperture: nell’ottobre del 2004 viene autorizzata dalla provincia di Treviso; nei primi giorni di marzo 2005 arrivano i primi carichi di rifiuti di amianto; il 23 agosto 2005 viene chiusa in seguito ad una modifica di legge; il 12 ottobre – unica del suo genere in tutta Italia – viene riaperta in seguito ad un ricorso al TAR della Ditta; ora, a febbraio, 2006 verrà chiusa in seguito ad un secondo intervento legislativo riparatore. La discarica ha comunque operato per ben 300 giorni circa, con un arrivo di circa 2-3.000 TIR stimati, arrivati da tutta Italia, portando a Paese circa 100.000 metri cubi di questo rifiuto cancerogeno transitato per le trafficate vie del Comune di Paese e della provincia di Treviso, aree notoriamente ad altissima densità di popolazione. Dopo questo “apri e chiudi”, i cittadini non possono che dubitare sulla reale chiusura di questo enorme impianto e chiedersi se in realtà sarà la volta buona o se in futuro ci saranno nuove sorprese con ulteriori riaperture. C’è da augurarsi che domani i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato, presidente Dott. Agostino Elefante, relatore Dott. Goffredo Zaccardi, dott. Giuseppe Farina, Dott. Corrado Allegretta e Dott.ssa Chiarenza Millemaggi Cogliani, che esamineranno ben tre ricorsi contro la discarica, arrivino alla conclusione che l’autorizzazione della provincia del 2004 era illegittima. Nonostante l’intervento legislativo di chiusura della discarica, l’appuntamento con il Consiglio di Stato di domani resta importantissimo perché, se i giudici riterranno illegittima l’autorizzazione provinciale, il Comune di Paese potrà richiedere il risarcimento dei danni ambientali ed economici ed i responsabili dovranno pagare. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha dichiarato: Vista l’esperienza, mi auguro che questa chiusura non nasconda sorprese e trabocchetti o, peggio ancora, non sia solo un’azione studiata per la campagna elettorale. Se credevano nella pericolosità della discarica, mi chiedo perché questa chiusura per legge non sia arrivata subito nell’ottobre del 2004, invece che ora con le elezioni politiche e provinciali alle porte. In questi trecento giorni di funzionamento sono arrivati circa 100.000 metri cubi di amianto e, visto che il cratere della discarica “la Terra” è pari a ben un milione di metri cubi, continueremo a vigilare, perché non arrivi qualche brutta sorpresa, magari tramite un nuovo decreto “mille proroghe” o decreto “omnibus” che dir si voglia, per riempire il volume rimanente. Intanto attendiamo fiduciosi la sentenza del Consiglio di Stato, che si riunirà domani per decidere sui ricorsi contro la discarica, sentenza che potrebbe avere dei risvolti eclatanti qualora sposasse le tesi del Comune di Paese, che considerano illegittima l’autorizzazione della provincia, consentendo così la successiva richiesta dei danni ambientali ed economici.

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