La gestione del Parco delle Dolomiti di Cortina d’Ampezzo deve essere presa a modello per quella degli altri parchi regionali.
Nella Relazione presentata in Commissione Ambiente sono emersi dei dati che dimostrano quanto fondamentale sia la diversificazione delle specie arboree per la salute dei boschi.
Dove, infatti, c’è mescolanza gli alberi si fortificano e resistono meglio ai parassiti come il bostrico e alle tempeste devastanti come Vaja.
Gli ottimi risultati sull’azzeramento delle predazioni del lupo in quest’area, inoltre, si sono ottenuti tenendo bassa l’attività venatoria; questo consente la sopravvivenza di molte specie selvatiche che il lupo predilige tenendosi, di conseguenza, lontano dagli allevamenti.
Semmai ce ne fosse bisogno questa è la conferma che pratiche a favore della biodiversità sono armi vincenti contro la fragilità dell’habitat.
Il Veneto deve partire da queste scelte per recuperare terreno nell’Agenda 2030 che per il suo Obiettivo VITA SULLA TERRA è ancora ben lontano dai livelli di biodiversità richiesti dall’ONU.
I costi stessi, 679.000 euro per la manutenzione del Parco messi a bilancio con il nostro voto favorevole serviranno, per lo più, al ripristino dei sentieri e al recupero degli alberi colpiti dai violenti fenomeni metereologici sempre più frequenti e sempre più devastanti: incontrovertibile prova del clima impazzito che sta portando il Pianeta alla catastrofe ambientale.
La Regione faccia tesoro di questo esempio virtuoso per imboccare presto la strada giusta.
Andrea Zanoni
